L'intervista
La scuola secondo Valditara che sul Made in Italy tentenna
Sull'inclusione, "il sistema attuale non funziona, occorrono forme diverse", ammette il ministro dell'Istruzione che commenta lo scarso successo del liceo del Made in Italy. "Attendiamo i dati definitivi nei prossimi giorni", dice
"I numeri per ora sono incoraggianti. I tempi sono stati molto stretti", così il ministro dell'Istruzione e del merito Giuseppe Valditara in un'intervista alla Stampa commenta lo scarso successo del liceo del Made in Italy, che dovrebbe essere inaugurato a settembre 2024. La sperimentazione, a cui aveva accennato anche la premier nell'aprile dello scorso anno durante il suo intervento al Vinitaly, sembra aver raccolto pochissimi istituti disposti ad attivarla, a causa del ritardo con cui le scuole hanno ricevuto le indicazioni dal Miur. Come aveva raccontato il Foglio, la circolare inviata il 28 dicembre a scuole e regioni fissava come scadenza per l'attivazione delle prime classi del liceo del Made in Italy il 15 gennaio, prorogata poi, fanno sapere dal Ministero, al 18 gennaio. Tempi comunque troppo ravvicinati per gli istituti.
Ritardi anche per la riforma dei tecnici, di cui il ministro Valditara si è fatto portavoce, attualmente ferma al Senato. "La riforma dovrebbe essere approvata definitivamente entro fine febbraio e andare in vigore dal prossimo anno scolastico. Nel frattempo siamo partiti con una sperimentazione: le scuole che hanno presentato domanda di adesione dovranno dimostrare di aver costruito una filiera formativa che coinvolga Its e impresa per costruire un percorso integrato", spiega il ministro. La sperimentazione, che riduce a quattro gli anni di studio, in passato non è riuscita a raccogliere grandi consensi. "I progetti presentati sono in corso di verifica", dice il ministro che assicura: "la risposta giunta dalle scuole è stata molto importante. In passato non esisteva il collegamento in filiera con gli Its, con l'impresa e si comprimeva il programma precedentemente pensato per cinque anni. Ora abbiamo costruito un percorso di quattro anni più due che alza il livello di formazione e si privilegia la qualità rispetto alla quantità con programmi del tutto nuovi per il quadriennio".
Alternanza scuola-lavoro, rafforzamento delle materie di base (matematica, italiano e inglese) in cui è maggiore il divario dell'Italia con gli alti paesi, aumento dei docenti a dispozione sono alcune delle novità annunciate per la prossima stagione scolastica da Valditara, che entra anche nel merito della polemica riguardante l'inclusione scolastica sollevata gli scorsi giorni da Ernesto Galli della Loggia. L'editorialista del Corriere della Sera aveva parlato a tal proposito di "mito dell'inclusione a scuola, una mera illusione tra studenti normali, alunni con disabilità e ragazzi stranieri incapaci di spiccicare una parola in italiano". Sulla questione il ministro appare conciliante, consapevole che il sistema attuale, così come si presenta, non riesce a raggiungere gli effetti sperati. Per questo motivo, "occorrono forme diverse", sostiene il ministro. "L'inclusione è un valore importante della scuola. Perchè sia effettiva però, e non solo declamata, è necessario che si creino le condiizoni per una didattiva più efficace che consenta di contemperre le esigenze di tutti gli studenti", spiega. "Per gli alunni con disabilità prevediamo doventi adeguatamente specializzati e un sistema che consenta la continuità didattica", aggiunge Valditara che ammette: "per gli stranieri i dati ci dicono che l'attuale sistema non funziona, occorrono forme diverse", conclude.
generazione ansiosa