Giuseppe Valditara - foto Ansa

Le parole

Valditara sulla sicurezza: "Ipotesi polizia nelle scuole più a rischio"

Redazione

"Nell’ultimo anno scolastico abbiamo registrato un aumento significativo di violenze contro professori e presidi" dice il ministro dell'Istruzione. Il suo obiettivo è riportare dietro ai banchi "il rispetto delle regole"

"Nelle aree particolarmente a rischio si può immaginare una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole". Sono le parole del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara in merito al problema della violenza nei confronti di professori, presidi e alunni, ritornato nel dibattito pubblico dopo gli ultimi casi di cronaca: a Varese un'insegnate è stata ferita da uno studente di diciassette anni, mentre a Taranto e nel foggiano due dirigenti sono stati aggrediti da dei genitori.

In un'intervista al Messaggero, il ministro spiega quali sono i provvedimenti che il governo ha pensato per risolvere un fenomeno che è in aumento: "Il monitoraggio (delle violenze contro insegnanti o professori, ndr) lo abbiamo istituito l’anno scorso, prima non si sapeva quali e quanti fossero gli episodi di violenza nelle scuole. Ma in questo confronto da un anno all’altro registriamo un aumento significativo. Nell’ultimo anno scolastico avevamo avuto 36 casi, ora dopo neanche cinque mesi siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c’è già un aumento del 111 per cento". 

 

 

Una delle soluzioni annunciate dal ministro potrebbe essere un maggiore coinvolgimento delle forze dell'ordine negli istituti, ma esclude che in ogni scuola vengano istituti metal detector. Quello che serve, poi, è "agire prima" che gli episodi di violenza accadono: "È chiaro che agire solo dal punto di vista repressivo non basta, bisogna intervenire prima. Quando un ragazzo ha problemi che possono sfociare in episodi di aggressività non può essere abbandonato a sé stesso. Anche dare valore al voto in condotta, come abbiamo fatto nel disegno di legge ora all’esame del Parlamento, per questi casi serve a poco".

Per questa ragione: "La scuola deve essere supportata con un servizio di tipo psicologico. I ragazzi che abbiano un forte disagio vanno aiutati. Voglio parlarne con il collega Schillaci: se il ministero della Salute sarà d’accordo, potremmo creare un presidio a livello di distretti provinciali, per offrire alle famiglie e alle scuole un punto di riferimento, un presidio territoriale a cui rivolgersi". 

Valditara parla poi della riforma sul voto in condotta: "La dobbiamo approvare rapidamente. Bisogna dare più importanza al voto in condotta, che con questa legge tornerà a fare media e inciderà sul voto di maturità, con il cinque in condotta si viene bocciati e con il sei rimandati a settembre. Si modifica l’istituto della sospensione e chi viene sospeso deve fare più scuola non meno scuola. E per le violazioni gravi si prevedono attività di cittadinanza solidale, come aiutare gli anziani nelle case di riposo o lavorare in una mensa per i poveri. Un ragazzo deve imparare che non ci sono solo i propri diritti", spiega il ministro.

L'obiettivo, anche di una legge che aumenta le sanzioni per chi aggredisce gli insegnanti, è quello di "riportare nelle scuole il principio del rispetto delle regole". A partire dalle occupazioni: "Ricordo a tutti che violano il diritto costituzionale allo studio e sono illegali" conclude il ministro. 

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