editoriali
Le critiche “identitarie” alla riforma, di buon senso, sulle valutazioni a scuola
Voti semplici e un po’ di logica. Perché c'è chi protesta contro un disegno di legge che riforma, ma senza particolari stravolgimenti, i sistemi di giudizio nelle scuole
La maggioranza ha approvato in prima lettura (Senato) un disegno di legge che riforma, ma senza particolari stravolgimenti, i sistemi di giudizio nelle scuole. Il cambiamento più squillante è sul voto di condotta, che sarà espresso in numeri e, in caso negativo, porterà alla bocciatura o alla non ammissione alla maturità. Si inaspriranno anche le sanzioni in caso di violenze e violenze contro i docenti.
Per il ministro Valditara si tratta di “un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti” e anche il presidente dell’associazione dei presidi, Antonello Giannelli, ha commentato positivamente.
Al contrario le opposizioni hanno tuonato contro la deriva delle destre: “Si segna in modo profondo, in senso autoritario, il mondo della scuola”, ha detto Cecilia D’Elia del Pd.
Il ddl contiene un altro aspetto più sottile, ma non banale: l’abbandono, nella scuola primaria, del “giudizio descrittivo” col ritorno al “giudizio sintetico”. Anche qui, si sprecano le dichiarazioni circa il “ritorno al passato”. Lo fa anche un interessante articolo online del Mulino, approfondito e firmato da due operatori scolastici esperti, che aiuta quantomeno a chiarire il punto. Si sostiene che il senso del provvedimento sia esclusivamente “identitario” (ma perché?) e soprattutto che il ritorno al giudizio sintetico (sufficiente, buono) minerebbe “il percorso intrapreso”, che era “quello di togliere dalla testa di ragazzi e famiglie che un voto o un termine li definissero”. Valditara ha chiarito che si tratta invece di “un’operazione di chiarezza nell’interesse delle famiglie e degli stessi studenti”.
Del resto, gli stessi autori del Mulino ammettono che il sistema dei giudizi descrittivi aveva prodotto “una serie di documenti molto verbosi, di difficile lettura per i genitori e impossibili da comparare tra una scuola e l’altra”. La semplificazione rende più comprensibile il giudizio a chi lo riceve e aiuta la formulazione di chi lo emette. Il ritorno al passato è nello spirito di opposizione, questo si “identitario”.