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editoriali

L'abdicazione delle università e le parole forti di Mattarella

Redazione

Proteste mosce, ma gli atenei fanno gli struzzi. Il capo dello stato alla Sapienza parla dell'esigenza di rispettare il diritto umanitario, citando sia Gaza che il 7 ottobre. Chissà se i manifestanti hanno sentito

Non fosse per le tende che intralciano l’agibilità didattica ad altri studenti che ne hanno diritto (a Torino gli acampados vogliono “il boicottaggio totale, le aule continueranno a essere occupate e le lezioni interrotte”). Non fosse per qualche indebito tafferuglio (oggi alla Statale di Milano). Non fosse per i manifesti di altri gruppi strappati con rituale intollerante. Non fosse per l’oscena pantomima delle mani pittate di rosso (le stesse mani che hanno imbrattato il monumento della Shoah a Parigi). Non fosse per questo ciarpame da centri sociali attardati, le occupazioni con sloganistica antisemita nelle università italiane scorrono via noiose, molto mediatiche e con bassa affluenza.

Dopo settimane di agitazione, ciò che invece emerge come l’aspetto peggiore, un disastro di responsabilità e di cultura, è l’atteggiamento pavido, senza visione e consapevolezza del proprio status delle autorità accademiche. Mentre negli Stati Uniti il presidente della Sonoma State University è stato sospeso per “insubordinazione” per avere accettato le richieste dei pro Pal., in Italia a parte qualche raro caso (il Politecnico di Milano), gli atenei giocano allo struzzo. Pazienza se a Bologna sia stata appesa una foto del rettore nei panni del pagliaccio, se a Milano Statale compaia la scritta “Brambilla boia” (anche se diventerà rettrice effettiva solo in autunno). A Torino il rettore ha deciso di passare alla didattica a distanza.

Oggi il presidente Mattarella era alla Sapienza. Ad accoglierlo all’ingresso del rettorato un pupazzo della rettrice Polimeni e la scritta “Italia-Sapienza complici del genocidio”. Mattarella ha risposto, agli studenti che erano fuori a protestare: “L’esigenza di rispettare il diritto umanitario è nella nostra Costituzione. Vale per le popolazioni civili, come per Gaza e il popolo palestinese, vale per le ragazze uccise e stuprate mentre ascoltavano musica in un rave in Israele e per i bambini sgozzati quel 7 ottobre, vale per chi è stato impiccato in Iran per una canzone o per il rifiuto di indossare il velo”. Chissà se hanno sentito.