L’errore blu di Berlusconi Non sa dire le bugie perché non è un politico professionale, e per questo avevamo notato che è amabile e ancora piuttosto amato nonostante tutto. Anche l’ultimo dei politicanti avrebbe detto che la moratoria sul nucleare si è resa necessaria, magari per una “pausa di riflessione”, alla luce dell’incidente di Fukushima, e chiamiamolo incidente. Berlusconi no. Dice come stanno davvero le cose. Leggi Governo duro e diviso sulla Libia, ma con Sarkozy tocca fare buon viso - Leggi Verso una Schengen più stretta. Una lettera alla Ue per rivedere il Trattato - Guarda la puntata di Qui Radio Londra Berlusconi non sa dire bugie (ma sa sbagliare) 27 APR 2011
Quel tragico déjà vu nella ricostruzione dell’omicidio di Arrigoni Dopo l’assassinio di Vittorio Arrigoni e la evidente impossibilità di attribuirne la responsabilità a Israele, Hamas tenta di correre ai ripari ricalcando il modello utilizzato in situazioni del genere da Hezbollah – depistaggi, menzogne, dichiarazioni di estraneità –, che trovò la sua massima espressione nell’attentato all’ex presidente libanese Rafiq Hariri. Non a caso in quella occasione si parlò, in un primo momento, di una cellula qaidista “impazzita”, poi di un presunto kamikaze, Abu Abu Abbas, fino a indicare nell’organizzazione terroristica, guidata dagli allora super ricercati Ahmed Miqati e Ismail al Khatib. di Pio Pompa Redazione 19 APR 2011
La rivolta in Siria sarà lo snodo di tutta la primavera araba Cinquantamila in piazza a Damasco Carlo Panella 15 APR 2011
La volpe occidentale insabbiata L’idea di un’operazione internazionale rapida e schierata senza equivoci dalla parte del bene, di una spintarella a una rivoluzione popolare araba che stava per essere soffocata nel sangue da un despota più feroce degli altri, sta fallendo. Qui proviamo a spiegare come e perché. di Daniele Raineri e Luigi De Biase Redazione 09 APR 2011
La rivolta spompata Gli scontri fra l’esercito del Bahrein e la minoranza sciita Hassan Madan, il leader più liberale dell’opposizione in Bahrein, cerca di tenere i sospetti dell’occidente lontano dalle piazze del paese, dove si manifesta da settimane contro il governo. “Iran e Hezbollah non possono avere alcun ruolo nella nostra protesta – ha dichiarato pochi giorni fa al quotidiano al Masry al Youm – Le loro parole possono soltanto complicare i nostri sforzi. Redazione 07 APR 2011
La chance di Gerusalemme Non è difficile comprendere le ragioni dell’apprensione con cui Israele – tutto Israele non soltanto il governo – guarda alla rivolta araba. La prima, mai rilevata ma stranamente intuita dal rais siriano Bashar el Assad, è che con un ritardo di trent’anni la Guerra fredda è finita anche in medio oriente. E’ finito quell’equilibrio tra i campi che la Guerra fredda, anche per merito di Henry Kissinger, era riuscita a imporre nella regione. Carlo Panella 07 APR 2011
La scelta di Israele “Il pessimismo è un lusso che un ebreo non può concedersi”, diceva Golda Meir, che un paio di cose attorno a Israele e alla politica in medio oriente le sapeva. Oggi però Israele ha solidi motivi per essere pessimista. Sempre circondato da un ambiente ostile, da un accerchiamento di regimi arabi che non hanno mai firmato una pace vera, ora vede crollare anche quegli spicchi di panorama che non erano pregiudizialmente e dichiaratamente governati da nemici mortali. Leggi Perché Israele finirà per pagare il conto della primavera araba di Ariel David - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte - Leggi Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati di Giulio Meotti 04 APR 2011
Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati E’ impossibile prevedere che cosa cambierà per Israele, strozzato in mezzo allo straordinario movimento rivoluzionario che investe il medio oriente. Un buon metro di giudizio è sempre stato contare il numero di missili puntati verso lo stato ebraico. Il potere di morte nella regione è salito drammaticamente. Da Gaza è stato appena lanciato un missile iraniano a dieci chilometri da Tel Aviv. Non arrivavano così vicino dal 1991, quando a lanciarli era Saddam Hussein. Leggi La scelta di Israele - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte 04 APR 2011
Damasco teme la fusione del nocciolo del suo esercito sunnita Nel suo momento più difficile il presidente Bashar el Assad, come tutti i rais investiti dal vento di cambiamento arabo, si chiede se potrà contare sul sostegno leale del suo esercito, il vero elemento che decide l’esito delle rivolte. Quattrocentomila uomini per undici divisioni, in maggioranza coscritti, militari di leva che devono servire per un anno e mezzo, e quasi tutti presi dal serbatoio della maggioranza sunnita – che rappresenta l’ottanta per cento della popolazione. Redazione 29 MAR 2011