Dal confine libanese Al Qaa, in Libano. I colpi di cannone rimbombano in tutta la vallata. Il suono è ovattato ma si distingue in modo nitido, complice, il silenzio della notte. Uno, due, tre; a distanza di pochi secondi, dalle nove e mezzo in poi le esplosioni si intensificano: alle dieci diventano quasi un sottofondo costante. Sono granate e katyusha destinati ad arrivare oltre confine sulla città ribelle di Qusair, vicino Homs. In Siria. E’ così che le milizie di Hezbollah, partito guidato da Hassan Nasrallah, combattono l’Esercito libero siriano (Els) dalla valle della Bekaa, 150 chilometri a est di Beirut. Susan Dabbous 18 OTT 2012
Campagna femminile Tre donne decidono il dibattito. Due tifano Obama, una modera Tre donne sono sedute intorno al dibattito presidenziale alla Hofstra University di Long Island, il meno stilnovista degli eventi elettorali. Due di queste sono le donne-schermo di Barack Obama, e in quanto tali offrono al presidente una copertura per velare le sue debolezze; l’altra è la moderatrice del dibattito, Candy Crowley, che ha rifiutato di essere invisibile come “una mosca appoggiata al muro” e da giorni reitera promesse di aggressività e interruzioni quando i candidati si divincolano dalle domande per rintanarsi nella comfort zone dei discorsi precotti. 16 OTT 2012
Lo strike di Israele all’Iran piomba nelle fiction, ma c’è un elemento di realtà Israele ha attaccato cinque siti nucleari iraniani, un obiettivo non è stato completamente distrutto, le strutture erano troppo sotto terra, ci vogliono armi più potenti, i bunker-buster giusti, ma soltanto Washington può fornirle a Israele, e il presidente non vuole. “Tocca a me”, dice il vicepresidente, che inizia a far pressioni sul segretario alla Difesa. Intanto la piazza islamica brucia bandiere, israeliane e americane. 13 OTT 2012
“Ma è il governo a decidere” Perché militari e 007 israeliani sono sempre più ostili a Netanyahu La massima di Douglas Mac-Arthur secondo cui “i vecchi soldati non muoiono, semplicemente appassiscono” non vale per Israele. Negli oltre sessant’anni di vita dello stato ebraico centoventi generali sono divenuti ministri e almeno dieci capi di stato maggiore sono entrati in politica. In questo quadro le lotte fra la leadership civile e militare non sono nuove. Ma durante il mandato del premier Benjamin Netanyahu questo scontro ha raggiunto livelli senza precedenti. 26 SET 2012
Le radici dell’odio stanno in Iran Uccidere americani è utile a diversi scopi nella guerra che è stata dichiarata contro di noi (dobbiamo ancora entrare ufficialmente in conflitto con i nostri nemici conosciuti): primo, una guerra è fatta proprio di questo. Ci vogliono morti o sottomessi. Secondo, uccidere aiuta il reclutamento, che era calato dopo la sconfitta dell’Iran, della Siria e di al Qaida in Iraq. Anche il morale era crollato – e le storie che raccontano del diplomatico americano violentato prima di essere giustiziato in Libia nutrono la sete di sangue dei jihadisti, il cui linguaggio e le cui fantasie sono ricchi di tali immagini. Terzo, uccidere aumenta il potere di chi muove i fili dietro le quinte. di Michael Ledeen Leggi Se il film non va a Maometto di Daniele Raineri Redazione 18 SET 2012
Il contagio islamista non si ferma Dall'Afghanistan all'Indonesia, non si placano le proteste nel mondo islamico contro il film amatoriale su Maometto prodotto negli Usa. Intanto il ministro dell'Interno libico ha rimosso dall'incarico i capi della sicurezza a Bengasi a causa dell'attacco al consolato americano in cui è rimasto ucciso l'ambasciatore. Le forze di sicurezza tunisine hanno circondato con più di mille uomini la moschea al-Fatah a Tunisi con l'intento di arrestare il capo salafita Abu Iyadh, ritenuto l'organizzatore delle violenze contro l'ambasciata americana, e i suoi seguaci. Leggi Dov'è l'intelligence? - Leggi Ecco i bersagli dei droni americani dopo l’attacco al Consolato - Leggi Il vero film di un attacco militare di Daniele Raineri - Leggi Oltre all’ambasciatore, gli islamisti vogliono uccidere la libertà d’espressione - Leggi Dalla Libia all’Iran: «Morte all’America» - Leggi La prima fatwa di Giulio Meotti Redazione 17 SET 2012
Le chance di Assad Bashar el Assad è convinto che vincerà la guerra civile contro l’opposizione armata. Ai giornali arabi nel fine settimana sono arrivate le confidenze dei collaboratori più vicini al presidente siriano: “E’ certo che vincerà, che supererà questa crisi nazionale e che resterà al potere”. Quante chance ha? Dal 18 luglio, quindi dal giorno in cui un attentato mai chiarito ha spazzato via i generali e i ministri al vertice del suo apparato di sicurezza, Assad ha intrapreso una spietata campagna di rimonta. 28 AGO 2012
Trappole mediorientali Nella guerra diplomatica sulla Siria brilla l’eterna lotta fra arabi e iraniani La Siria è stata ufficialmente sospesa dall’Organizzazione per la cooperazione islamica, l’Oci. La decisione – su cinquantasette membri ha votato contro solamente l’Iran, che tramite il ministro degli Esteri, Ali Akbar Salehi, ha definito il provvedimento “ingiusto e iniquo” – si è resa “necessaria per fermare immediatamente gli atti di violenza in quel paese”, si legge nel comunicato finale del vertice nella città santa della Mecca, in Arabia Saudita. Leggi Tutte le tappe della guerra civile in Siria 17 AGO 2012
La nomina di un falco accelera lo strike, e Israele calcola i costi La nomina di Avraham Dichter al ministero della Difesa interna d’Israele, appendice del dicastero guidato da Ehud Barak, è l’ennesimo segnale di un’accelerazione nei preparativi per l’eventuale attacco alle installazioni nucleari dell’Iran. Dichter, ex capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, da mesi sostiene la necessità per Israele di “dotarsi di mezzi di attacco militare” contro l’Iran e la stampa israeliana ha interpretato la sua nomina in chiave interventista. Leggi L’ultimatum nucleare d’Israele di Giulio Meotti - Leggi "Così gli ebrei sono diventati un obiettivo del jihad nel mondo". Parla Whine di Manfred Gerstenfeld 15 AGO 2012
L’ultimatum nucleare d’Israele Nel weekend Israele ha acceso il “mobile alerts system test”, l’sms che avvertirà la popolazione in caso di attacco missilistico. Nello stato ebraico si respira la stessa aria che gli Stati Uniti hanno vissuto a ridosso della guerra preventiva contro l’Iraq di Saddam Hussein. Il giornale Yedioth Ahronoth rivela che il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak sarebbero pronti ad attaccare le installazioni nucleari iraniane in autunno, prima delle elezioni presidenziali statunitensi. Leggi "Così gli ebrei sono diventati un obiettivo del jihad nel mondo". Parla Whine di Manfred Gerstenfeld 14 AGO 2012