Bombardare le centrali iraniane Le buone maniere per l’Iran si sono dimostrate finora soltanto un invito a completare il suo progetto nucleare. Ahmadinejad ha già annunciato che le sanzioni sono come un fazzoletto usato da buttare. Gli esperti concordano sui tempi brevissimi prima dell’ora X, dopo la quale il mondo dovrà convivere con l’atomica iraniana. Teheran sta marciando spedito oltre la nostra povera immaginazione verso la costruzione del suo ordigno fatale (lo dirà, pare, anche un rapporto dell’Aiea). Redazione 03 NOV 2011
Quale testa rotolerà al posto di Shalit? Morti o vivi, Israele ha promesso: nessun soldato resta indietro "Figlio mio, torna a casa presto, stiamo diventando vecchi”, ha detto il padre di Yehuda Katz, uno dei tanti avieri israeliani “missing”, scomparsi nelle mani dei terroristi che guerreggiano con Israele. L’angoscia di questo padre è oggi il risvolto della gioia composta con cui Noam Shalit ha accolto l’imminente liberazione del figlio Gilad. Il generale canadese E. M. Burns disse che non riusciva a comprendere come un intero paese, Israele, potesse “impazzire” per un proprio soldato prigioniero 13 OTT 2011
La grandeur di Ankara La sconfitta politica dei generali turchi quali garanti della laicità dello stato kemalista e la rottura delle relazioni diplomatiche tra Turchia e Israele sono avvenute contemporaneamente. Non è un caso. Sono due passaggi chiave della strategia del gruppo dirigente dell’Akp, il partito di governo turco, guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan, dal presidente Abdullah Gül e dal ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu. Carlo Panella 11 SET 2011
La teoria del complotto è il mefitico collante del nuovo Egitto Tre settimane fa tre uomini sono stati arrestati in piazza Tahrir al Cairo perché avevano addosso “valuta straniera” e tatuaggi con le stelle di David, il simbolo di Israele. Armi con il marchio della stella di David sarebbero state trovate in possesso di un giornalista accusato di incitare i giovani ad attaccare la polizia e a dare l’assalto ai ministeri. Come raccontava il Wall Street Journal in un lungo reportage dal Cairo, proliferano nel “nuovo Egitto” le teorie del complotto, la caccia alle “spie” e la fobia verso gli stranieri. Redazione 14 AGO 2011
Piano d’attacco E se bombardassimo il regime siriano? Non sarebbe una buona idea L’intervento in armi contro il regime di Bashar el Assad non è “nemmeno una remota possibilità” per il ministro degli Esteri britannico William Hague e da Parigi la portavoce del ministero degli Esteri della Francia, Christine Fages sottolinea che “le situazioni in Libia e in Siria non sono simili” e “non è prevista alcuna opzione di natura militare” contro il regime di Damasco. Leggi Se l’inflazione si mangia gli Assad Redazione 03 AGO 2011
Quella sporca guerra pulita Le guerre di Obama sono igieniche e a buon mercato. I bombardamenti con i droni della Cia comandati dalle basi del Nevada hanno altissime percentuali di successo e pochi effetti collaterali: i Predator volano al di sotto della portata dei radar senza mettere a rischio la vita dei soldati americani, arrivano sul luogo prescelto, abbattono ciò che devono abbattere e tornano da dove sono venuti come fedeli cani da riporto. 17 LUG 2011
I servizi segreti di Angela Merkel sono i più fighi del mondo L’ultimo scoop del giornalista pachistano Ahmed Rashid sul Financial Times è la descrizione dei negoziati tra americani e talebani in un paesino vicino Monaco di Baviera e rafforza ancora una volta il concetto: i servizi segreti di Berlino sono coinvolti direttamente nei dossier di geopolitica più pericolosi e stanno facendo un lavoro formidabile. Redazione 04 LUG 2011
I tesori di Damasco Per il ministro degli Esteri siriano, Walid Moallem, la soluzione è semplice: “Ci dimenticheremo che l’Europa sia sulle mappe e guarderemo a est, verso chiunque ci tenderà la mano”. Pazienza se l’Unione europea ha deciso di sanzionare, su proposta di Francia e Gran Bretagna, ventisette aziende e sette persone (compresi tre iraniani) coinvolte nella repressione del dissenso in Siria. “Non c’è soltanto l’Europa, a questo mondo”, ha detto Moallem ai giornalisti, senza dimenticare qualche carezza per i vicini a nord. Marco Pedersini 25 GIU 2011
Damasco spara sulle proteste, Ankara rinvia lo scontro (per ora) “Ratti di tutto il mondo unitevi!”: con questo striscione, irrisoria citazione delle maledizioni lanciate dal colonnello Gheddafi contro i rivoltosi libici, primo segnale di creatività e ironia in tutta la rivolta araba, ieri un corteo di 15 mila persone ha occupato l’autostrada che collega Damasco ad Aleppo; durante il percorso sono state bruciate bandiere iraniane, russe (a causa dell’appoggio che Mosca continua a dare al regime siriano) e di Hezbollah. Redazione 24 GIU 2011
Un ex premier in fuga La Siria prepara il piano per scaricare la sua crisi sul Libano e su Israele La notizia riportata da Libération della fuga a Parigi dell’ex premier libanese Saad Hariri – su sollecitazione dell’intelligence di Washington e Riad – è l’ennesimo segnale della forza deflagrante della crisi siriana. La resistenza del movimento di protesta siriano che ormai conta più di 1.400 vittime – ieri altre 20, almeno – spinge il regime di Bashar el Assad a scaricare all’esterno le tensioni, aumentando le pressioni sul Libano, così come tra Siria e Israele: per domenica Damasco prepara un altro assalto alla frontiera sul Golan. Redazione 17 GIU 2011