Assad sarà ucciso da uno dei suoi Nel periodo precedente ai colloqui di pace Ginevra 2, circolava in modo insistente l’ipotesi che il gruppo dell’opposizione presente ai negoziati non avesse abbastanza leva e influenza fra le brigate ribelli presenti sul campo in Siria per poter raggiungere un qualsiasi accordo significativo (punto che è diventato irrilevante dal momento che i colloqui si sono conclusi senza il raggiungimento di un accordo di alcun genere). di Aboud Dandachi Redazione 12 FEB 2014
Fine della “neutralità” Così cresce il ruolo discreto di Israele nel sud della Siria Israele si tiene da parte con discrezione sulla questione della guerra siriana. Non ha chiesto di partecipare alla Conferenza di pace di Ginevra 2 – appena finita senza alcun risultato, come previsto – per timore che la sua presenza avrebbe polarizzato i negoziati, anche se naturalmente ha tutto l’interesse a capire come andrà a finire. 01 FEB 2014
I siriani ora rivali si sfiorano ai “talks”. L’amarezza di Ginevra La cercano ovunque, Bouthaina Shaaban, tra il Palazzo delle nazioni di Ginevra e il Grand Hotel Suiss Majestic (vista lago) che ospita la delegazione del governo di Damasco arrivata in città per i negoziati cosiddetti di “Ginevra 2”. La cercano perché è il volto più riconoscibile del regime di Bashar el Assad, con il rossetto impeccabile, un doppio giro di perle, la montatura leggera degli occhiali, le sopracciglia definite e scure delle donne del Levante, la pelliccia nera e la risposta pronta e affilata. Raineri Soltanto il 4 per cento delle armi chimiche ha lasciato la Siria 31 GEN 2014
Tu giochi, io ti spio Bugie e verità. Forse Barack Obama non ha mai letto le memorie di sir Winston Churchill, ma di sicuro lo scandalo delle intercettazioni gli ha insegnato che dire le bugie per sapere la verità è un’arma a doppio taglio. Dopo il Datagate, il presidente americano ha varato una non-riforma della National security agency (Nsa), l’agenzia di spionaggio delle attività all’estero. Un maquillage. Difficile conciliare sicurezza e privacy, impossibile spiare senza essere spiati. 30 GEN 2014
L’obiettivo di Mosca Putin traccia una “red line” che unisce Montreux a Sochi I francesi sono stati i primi a capire e hanno messo le mani avanti: la Conferenza di pace sulla Siria, apertasi ieri a Montreux, in Svizzera, serve a trovare “un’autorità di transizione dotata di poteri esecutivi”, ha detto il ministro degli Esteri di Parigi, Laurent Fabius. Tutto il resto, soprattutto quella lotta al terrorismo che il regime siriano si picca di portare avanti assieme ai suoi alleati, sul campo Hezbollah e nelle cancellerie Russia e Iran, è di secondaria importanza. 22 GEN 2014
La trappola di Ginevra 2 Il sindaco di Damasco, Bishr Sabban, si è fatto seguire dalle telecamere della tv di stato siriana, la settimana scorsa, mentre andava nel distretto di Barza, nella periferia della capitale, che ha subìto l’assedio delle forze del regime per quasi tutto il 2012 e che ha infine siglato una tregua perché i residenti stavano morendo di fame. L’80 per cento di Barza è andato distrutto sotto i bombardamenti dell’esercito del rais, Bashar el Assad, che da quasi più di un anno difende il suo palazzo, a Damasco, tenendo lontani a suon di “barrell bombs” i ribelli che avanzano. di Paola Peduzzi e Daniele Raineri Redazione 20 GEN 2014
Dieudò, giullare maledetto Il ghigno di un giullare maledetto risuona nelle cattive coscienze di Saint-Germain-des-Prés. Con l’editto dell’Eliseo scagliato su Dieudonné M’Bala M’Bala, la polizia del pensiero unico ha accettato il rischio di creare un nuovo martire a uso e consumo dell’ideologia francese, quella che Alain de Benoist ha ritratto nel suo ultimo pamphlet intitolato “I demoni del bene”, degna prole generata dai fautori di “un nuovo ordine morale d’occidente”. Ma questa volta il martire è indigesto perché assomiglia troppo ai suoi improvvisati persecutori. Tiliacos Matraquage démocratique Alessandro Giuli 08 GEN 2014
Contagio fatale Così in Libano alleati e nemici del siriano Assad dialogano a colpi di bombe La crisi siriana sta debordando in maniera sempre più pericolosa e sanguinosa verso il Libano. Gli attentati con autobomba che si susseguono a Beirut segnalano l’incancrenirsi del contagio e rappresentano ormai l’unica forma di “dialogo” tra il fronte filo Assad e quello antisiriano. Ieri una autobomba è esplosa nel quartiere meridionale della capitale libanese, egemonizzato da Hezbollah, sventrando gli edifici della stretta strada in cui è stata fatta esplodere, uccidendo cinque passanti e ferendone alcune decine. Carlo Panella 02 GEN 2014
Una bomba in centro A Beirut ucciso un politico anti Assad. E’ la vendetta (domestica) di Hezbollah Un’ora prima di essere ammazzato in un attentato, ieri a Beirut, Mohamad Chatah ha tuittato: “Hezbollah sta facendo di tutto per ottenere potere sulla sicurezza e sulla politica estera simili a quelli che la Siria ha esercitato in Libano per 15 anni”. Chatah era un ex ministro sunnita, aveva lavorato al Fmi a Washington ed era stato ambasciatore in America, era consigliere dell’ex premier Saad Hariri, soprattutto era contro Hezbollah e contro il presidente siriano Bashar el Assad. Leggi anche Cosa dice la stampa internazionale sull'autobomba esplosa a Beirut Redazione 27 DIC 2013