Le piccole vittorie di Assad L’Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche, fresca di un improbabile Nobel per la Pace, ha annunciato ieri una parziale “mission accomplished” in Siria: sono stati distrutti o resi inoperativi i siti di produzione delle armi chimiche, e l’operazione è stata fatta rispettando la deadline che scade oggi. Gli ispettori sono riusciti ad accedere a 21 siti su 23, i due mancanti sono stati ritenuti troppo pericolosi, sono in zone contese tra ribelli e regime, non si sa bene chi li gestisca, ma pare che buona parte di quel che c’era dentro ai siti sia stata spostata in un’area sicura. Redazione 01 NOV 2013
Il gran rifiuto saudita Ieri l’Arabia Saudita ha rifiutato uno dei dieci seggi non permanenti al Consiglio di sicurezza dell’Onu – sarebbe stata la prima volta nella storia del paese. La rappresaglia diplomatica dell’Arabia è il risultato di una serie lunga di malumori. In un comunicato emesso dal ministero degli Esteri e pubblicato dall’agenzia di stato Spa, Riad ha condannato i “doppi standard” che impediscono al Consiglio di compiere il suo mandato e di garantire la pace e la sicurezza internazionali. Redazione 19 OTT 2013
Parla il Mr Intervento contro Assad Frederic Hof è l’ex consigliere speciale del presidente Obama sulla Siria ed è stato il capo di una fazione perdente all’interno dell’Amministrazione americana, quella di chi vuole intervenire nella guerra civile. L’ambasciatore Hof dice al Foglio che affidare alla Cia il programma segreto per addestrare i ribelli siriani in alcune basi militari in Giordania è un errore, perché i servizi segreti americani non hanno le forze necessarie, lo stanno facendo con “venti ribelli alla volta”, dovrebbe invece essere un programma massiccio affidato al Pentagono. 18 OTT 2013
Privatizzazioni che non t'aspetti: il kalashnikov E anche il Kalashnikov viene ora privatizzato. Proprio mentre sui giornali di tutto il mondo viene annunciato l’arrivo di una nuova versione “di quinta generazione” destinata a essere data in dotazione all’esercito russo entro il 2014, arriva la notizia che la società di Stato Rostec ha raggiunto l’accordo per vendere il 49 per cento del capitale sociale del consorzio che produce il mitra più famoso del mondo. Saranno Andrei Bokarev e Alexei Krivoruchko a fornire gli 1,3 miliardi di rubli necessari per entrare nella Izhevsk Machine Works (Izma): il primo è il presidente di Transmashholding, la più grande produttrice di locomotive e materiali ferroviari della Russia; il secondo è il proprietario di Aeroexpress, società specializzata in collegamenti ferroviari con gli aeroporti. Maurizio Stefanini 30 SET 2013
La malattia saudita Le convulsioni di Barack Obama sulla crisi siriana hanno molte cause. Tra queste, non ultima, c’è la “tabe saudita”, subdola patologia che veicola dalla corte di Riad verso Washington una massa di ricatti, menzogne, informazioni deformate, suggestioni che avvelenano da settant’anni la politica mediorientale americana. E’ difficile credere che una dinastia di vecchi sovrani corrotti e incapaci, dalla vita tanto scandalosa all’estero quanto pia e ipocrita in patria, possa condizionare per decenni la Casa Bianca. Ma così è. Carlo Panella 24 SET 2013
Netanyahu ha un piano, portare a Teheran il modello siriano Non si parla più da giorni in Israele di batterie anti missile dispiegate alle porte delle città, di allerta lungo i confini, di riservisti richiamati nelle caserme, di code ai centri di distribuzione delle maschere antigas. Il nuovo corso diplomatico aperto il 14 settembre dall’accordo tra Stati Uniti e Russia ha smussato l’emergenza, allontanato la possibilità di un attacco americano contro la Siria e di ripercussioni in territorio israeliano. Bashar el Assad ha accettato un’intesa internazionale che prevede lo smantellamento del suo arsenale chimico e in queste ore scade l’ultimatum per la consegna di un inventario dettagliato dei depositi militari siriani. Rolla Scolari 21 SET 2013
I calcoli siriani di Teheran Dopo una settimana in cui l’esigenza di mandare un messaggio all’Iran atomico ha fatto da corollario a quasi tutte le perorazioni dell’Amministrazione Obama sullo strike contro la Siria, martedì sera Hassan Rohani ha rassicurato gli iraniani. La probabilità di un intervento contro Damasco è diminuita, “certo non del 100 per cento ma è diminuita” e così, momentaneamente archiviato lo spauracchio siriano, il presidente iraniano è tornato a presentare ricette per la salvezza economica e profferte diplomatiche con l’aria del secchione che ha appena dimostrato la sua superiorità al primo compito in classe. Tatiana Boutourline 12 SET 2013
Salvate il contingente Unifil Il contingente italiano in Libano all’interno della missione Unifil è in pericolo, ha detto il ministro della Difesa Mario Mauro, mentre il generale Paolo Serra, comandante del contingente, afferma di avere colto in zona “segnali inquietanti”. Non è una sorpresa: da mesi, inascoltati, i nostri servizi segnalano il possibile avverarsi di molteplici minacce, ma il governo italiano non ha mai intrapreso l’unica strada conseguente e obbligata: discutere con gli alleati il senso della missione Unifil e prepararsi allo scenario probabilmente obbligato, l’evacuazione del contingente. Redazione 07 SET 2013
C’è una via politico-militare seria contro Assad, ma non è quella scelta da Obama Il peggior risultato con il massimo impegno: i raid che Barack Obama si accinge a lanciare sulla Siria non avranno un effetto decisivo sul piano militare, non daranno un aiuto concreto ai ribelli, non piegheranno Bashar el Assad, ma avranno conseguenze politiche e di immagine negative per gli Stati Uniti e l’occidente sulla scena mediorientale, incluse possibili ritorsioni missilistiche su Israele. La “mindless strategy” (copyright Donald Rumsfeld) della Casa Bianca prevede soltanto il lancio di missili su alcune decine di obiettivi militari per alcuni giorni e nulla più. Raineri Il fronte sud di Obama in Siria - Matzuzzi Il bellum iustum di San Pietro - Cerasa Cara Bonino, un vero Radicale non si nasconde dietro l’Onu. Parla Matteo Mecacci Carlo Panella 05 SET 2013
La bufala della “vittoria” Perché Assad è costretto a ricorrere alle armi chimiche a Damasco Il presidente siriano Bashar el Assad dice che le accuse contro di lui per le stragi con le armi chimiche sono illogiche. “Che beneficio avrei a usare le armi chimiche quando la nostra situazione sul terreno oggi è migliore dell’anno scorso? Perché un esercito, di qualsiasi stato, userebbe armi di distruzione di massa proprio nel momento in cui sta facendo progressi con le armi convenzionali?”, ha chiesto lunedì all’intervistatore del Figaro. Il governo siriano preme su questa narrativa: ha recuperato l’iniziativa militare e sta vincendo, quindi non avrebbe bisogno di usare il gas. 04 SET 2013