Hezbollah ringrazia Non è servita finora l’esortazione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a trarre “le necessarie conclusioni” e aggiungere Hezbollah alla lista nera delle organizzazioni terroristiche. Non è servita neppure la richiesta di John Brennan, alto consigliere del presidente Obama per l’anti terrorismo e prossimo capo della Cia, ad “agire attivamente per scoperchiare la struttura di Hezbollah e smantellare i meccanismi finanziari e le reti operative del gruppo, per prevenire altri futuri attentati”. Redazione 16 FEB 2013
Conseguenze dello strike Israele si prepara al dopo Assad con una buffer zone e una nuova mappa “Per il governo di Benjamin Netanyahu la caduta della leadership alawita in Siria sarebbe un colpo durissimo all’influenza iraniana nel Levante e al suo alleato in Libano, Hezbollah. Se la Siria si disintegrerà, Israele proteggerà i suoi interessi strategici”, dice al Foglio Yossi Alpher, ex consulente del ministro della Difesa Ehud Barak, che ha alle spalle anche molti anni nel Mossad. Domenica Barak ha per la prima volta lasciato intendere che il governo di Gerusalemme ha fatto lo strike militare in territorio siriano per neutralizzare la possibilità che le armi chimiche fossero trasferite a Hezbollah. 05 FEB 2013
Chi difenderà Israele? Dietro le quinte nel Pentagono di Tel Aviv Sul tavolo del prossimo “Mar Bitachon”, il ministro della Difesa che guida il Kirya, il Pentagono di Tel Aviv, ci saranno due grandi dossier da gestire: l’uranio di Qom, il bunker atomico in cui l’Iran fabbrica la bomba nucleare, e lo spettro di una nuova offensiva violenta palestinese. Due giorni fa l’ex premier Ehud Olmert ha scandito: “Siamo sull’orlo di una Terza intifada”. 07 GEN 2013
Tra Aleppo e Bengasi Aleppo, città raffinata ed eterna dell’haleeb, che in arabo è il latte, come quello che il profeta Abramo offrì riconoscente alla sua popolazione, o forse la città del colore bianco, dall’aramaico halaba, sempre per la storia del latte di Abramo, è ormai un paesaggio devastato di macerie. Nell’estate del 2001 in Siria c’erano mille morti al mese, ora sono cinquemila. Le Nazioni Unite hanno rivisto verso l’alto la stima totale degli ammazzati fatta dai ribelli in questi 22 mesi di rivoluzione-guerra civile: non sono 45 mila, sono 60 mila. Leggi Israele incontra i ribelli siriani per preparare un intervento nel Golan di Daniele Raineri Redazione 04 GEN 2013
Lento collasso a Damasco La prima e discreta operazione della Cia dentro il regime di Assad E’ passato un mese esatto dal 2 dicembre e dalla sparizione di Jihad Makdissi, il portavoce del governo siriano. Makdissi è ora in America e sta collaborando con la Cia, che è in cerca di informazioni sulla struttura del potere a Damasco attorno al presidente Bashar el Assad, dice Martin Chulov, giornalista del Guardian che entra ed esce clandestinamente dalla Siria. Makdissi lavorava con il ministro degli Esteri, Walid al Moallem, e con il ministro dell’Informazione, Adnan Mahmoud. 02 GEN 2013
Il rebus Arafat Con Yasser Arafat i conti non tornano mai. Non tornavano da vivo, figuriamoci da morto. La sua prima menzogna riguardava proprio il luogo di nascita. Per anni il leader palestinese ha fatto credere di essere nato a Gerusalemme, nelle case di fronte al Muro del Pianto, poi nel 1997 si scopre che Mohammed Abdel Rahman Abdel Raouf Arafat al-Qudwa al-Husseini, il suo nome completo, è nato al Cairo, Egitto. 23 DIC 2012
Liberati in Siria Il sequestro del reporter americano è stata una operazione di Hezbollah Un sorriso che non riusciva a spegnersi mentre raccontava i momenti duri, e l’espressione di sollievo di chi si è avvicinato alla morte e si è tirato indietro in tempo. Lunedì sera l’inviato della rete americana Nbc, Richard Engel, è stato liberato dopo cinque giorni di sequestro in Siria, assieme ad altri quattri giornalisti che lavorano assieme a lui, e ieri mattina si è collegato con i colleghi in studio da una piazzetta di Antiochia, in Turchia. 19 DIC 2012
Siria, via libera della Nato ai missili Patriot in Turchia E’ atteso per oggi il via libera definitivo della Nato all’invio di missili Patriot in Turchia, così come richiesto dal governo di Ankara, che teme un attacco dalla Siria (anche con l’utilizzo di armi chimiche). I Patriot potranno essere utilizzati per intercettare missili e aerei ostili lungo i 900 chilometri di confine tra i due paesi . Leggi Hezbollah ci dice: “Sorvegliamo noi le armi chimiche di Assad” di Susan Dabbous The Tank 04 DIC 2012
Hezbollah ci dice: “Sorvegliamo noi le armi chimiche di Assad” “Abbiamo fornito aiuti diretti ai nostri alleati a Gaza, siamo pronti a rispondere a un eventuale attacco di Israele in Libano e sorvegliamo i depositi segreti di armi chimiche in Siria”. E’ una strategia militare basata su tre punti quella del partito sciita Hezbollah in Libano. Ne parliamo con un alto militare del Partito di Dio che chiede di non rivelare il suo nome. Sguardo glaciale e fisico atletico in abiti civili, lo incontriamo in un appartamento di Dahieh il quartiere sciita di Beirut. Susan Dabbous 04 DIC 2012
Se Gerusalemme non vince le guerre Tre guerre “non vinte” non sono tre sconfitte, ma pesano su un paese assediato come Israele. Pesano su tutte le forze politiche israeliane, che le hanno di volta in volta gestite. Nelle ore in cui si decide se la guerra deflagrerà, o sarà congelata sul nascere, il bilancio delle due guerre precedenti proietta un’ombra inquietante sul futuro. Israele “non vinse” la guerra del Libano scoppiata il 12 luglio 2006 e chiusa con l’accettazione della risoluzione dell’Onu 1.701. Il governo di Gerusalemme accettò, per la prima volta, che la sicurezza a ridosso dei suoi confini fosse garantita da una forza internazionale. Leggi I due grandi occhi d’Israele di Giulio Meotti - Leggi L'ultima missione di Hillary - Leggi La diplomazia dei missili di Daniele Raineri Carlo Panella 20 NOV 2012