Abbiamo sempre perdonato tutto, a Bashar el Assad. Con quell’aria spaesata, il figlio che non doveva essere l’erede della dittatura siriana, ma è stato trascinato a Damasco quando il fratello maggiore, il predestinato, è morto in un incidente automobilistico (un attentato, presumibilmente), ci è sempre sembrato più credibile dei suoi colleghi dittatori. La faccia pulita, gli abiti eleganti, un’aspirazione fugacemente propagandata, all’inizio del suo mandato, al riformismo, la bella moglie, i tre figlioletti, gli studi all’estero, l’incapacità di maneggiare le armi (lacuna poi colmata) l’hanno reso a lungo un interlocutore non soltanto accettabile, ma persino credibile.