Il dopo Mubarak Attacco a Israele dal Sinai, si riapre un fronte nella guerra al terrore Alla guerra permanente contro Israele si aggiunge il fianco sud. Una squadra di venti terroristi si è infiltrata all’estremità meridionale di quel triangolo rovesciato che è il deserto del Negev e ha colpito con quattro attacchi a venti chilometri dalla città di Eilat. Due autobus sono stati colpiti a distanza di un’ora con mitragliatrici, lanciarazzi e mortai, e un mezzo militare in arrivo per proteggere i civili è saltato su una mina stradale. Sette israeliani sono morti e 33 sono stati feriti, tra cui due bambini di quattro e sette anni. 18 AGO 2011
Triplice attacco a Israele, nessuna rivendicazione ma Hamas approva Alcune persone sono morte e almeno quindici sono rimaste ferite in un triplice attacco terroristico a Eilat, nel sud di Israele. Un primo razzo è stato sparato contro un autobus della compagnia Egged che viaggiava da Beer Sheva fino a Eilat. Subito dopo l'attacco l'esercito ha intercettato un conflitto a fuoco con i terroristi. Fra i morti, si contano almeno due aggressori e alcuni passeggeri, stando alla radio pubblica israeliana. Redazione 18 AGO 2011
Hamas sulla graticola siriana In queste ore la leadership del gruppo palestinese di Hamas sta valutando se lasciare Damasco, dove ha vissuto benissimo per più di dieci anni protetta dal regime siriano. Uno dei capi più in vista, Khaled Meshaal, ha già abbandonato la capitale per volare al Cairo – nel nuovo Egitto più amichevole – sembra per un viaggio di pochi giorni, ma potrebbe essere il preludio al trasferimento definitivo. Nelle strade di Gaza, ieri, le squadre di Hamas hanno impedito alla popolazione di manifestare contro il regime. Redazione 18 AGO 2011
Chi cannoneggia i palestinesi Peccato. Proprio ora che servirebbe una flotilla internazionale di pacifisti che navighi rapida nel Mediterraneo in soccorso dei palestinesi, non c’è nessuno a disposizione. Forse impegnata sotto il sole tra le isolette dell’Egeo, forse a fantasticare di un ponte aereo per aiutare la Striscia di Gaza, forse a progettare altri boicottaggi dello stato di Israele, l’armata dei violatori del blocco navale tace. Da tre giorni il regime siriano bombarda il porto di Latakia e si accanisce con particolare ferocia sul quartiere dei rifugiati palestinesi, al Raml al Filistini. Redazione 17 AGO 2011
Piano d’attacco E se bombardassimo il regime siriano? Non sarebbe una buona idea L’intervento in armi contro il regime di Bashar el Assad non è “nemmeno una remota possibilità” per il ministro degli Esteri britannico William Hague e da Parigi la portavoce del ministero degli Esteri della Francia, Christine Fages sottolinea che “le situazioni in Libia e in Siria non sono simili” e “non è prevista alcuna opzione di natura militare” contro il regime di Damasco. Leggi Se l’inflazione si mangia gli Assad Redazione 03 AGO 2011
Quella sporca guerra pulita Le guerre di Obama sono igieniche e a buon mercato. I bombardamenti con i droni della Cia comandati dalle basi del Nevada hanno altissime percentuali di successo e pochi effetti collaterali: i Predator volano al di sotto della portata dei radar senza mettere a rischio la vita dei soldati americani, arrivano sul luogo prescelto, abbattono ciò che devono abbattere e tornano da dove sono venuti come fedeli cani da riporto. 17 LUG 2011
I servizi segreti di Angela Merkel sono i più fighi del mondo L’ultimo scoop del giornalista pachistano Ahmed Rashid sul Financial Times è la descrizione dei negoziati tra americani e talebani in un paesino vicino Monaco di Baviera e rafforza ancora una volta il concetto: i servizi segreti di Berlino sono coinvolti direttamente nei dossier di geopolitica più pericolosi e stanno facendo un lavoro formidabile. Redazione 04 LUG 2011
I tesori di Damasco Per il ministro degli Esteri siriano, Walid Moallem, la soluzione è semplice: “Ci dimenticheremo che l’Europa sia sulle mappe e guarderemo a est, verso chiunque ci tenderà la mano”. Pazienza se l’Unione europea ha deciso di sanzionare, su proposta di Francia e Gran Bretagna, ventisette aziende e sette persone (compresi tre iraniani) coinvolte nella repressione del dissenso in Siria. “Non c’è soltanto l’Europa, a questo mondo”, ha detto Moallem ai giornalisti, senza dimenticare qualche carezza per i vicini a nord. Marco Pedersini 25 GIU 2011
Una missione vulnerabile L’attentato al blindato dei Caschi blu italiani, nel sud del Libano, fa riemergere le difficoltà e le vulnerabilità della missione Unifil. Nata con l’accordo di tutti alla fine del conflitto del 2006 tra Israele e il Libano, Unifil aveva l’obiettivo di lavorare con l’esercito libanese per disarmare il Partito di Dio, Hezbollah, padrone di quella parte di paese che confina con Israele e programmaticamente impegnato, proprio come l’alleato iraniano, a distruggere il “vicino sionista”. L’Italia è stata da sempre in prima fila nella costituzione di Unifil, ne ha avuto per anni il comando e ancora adesso che ha passato il testimone agli spagnoli schiera quasi 1.800 uomini. Redazione 27 MAG 2011