La chance di Gerusalemme Non è difficile comprendere le ragioni dell’apprensione con cui Israele – tutto Israele non soltanto il governo – guarda alla rivolta araba. La prima, mai rilevata ma stranamente intuita dal rais siriano Bashar el Assad, è che con un ritardo di trent’anni la Guerra fredda è finita anche in medio oriente. E’ finito quell’equilibrio tra i campi che la Guerra fredda, anche per merito di Henry Kissinger, era riuscita a imporre nella regione. Carlo Panella 07 APR 2011
Quanto è "deliziosa" la primavera araba "Cosa è andato storto?", è l’esplosivo titolo del libro pubblicato nel dicembre 2001 dallo storico Bernard Lewis, dedicato al declino del mondo musulmano. Già in stampa al momento dell’attentato dell’11 settembre, il libro ha portato l’illustre professore al centro dell’attenzione pubblica, e le questioni affrontate hanno tormentato gli americani per un intero decennio. Ora, improvvisamente, una nuova domanda occupa la mente degli americani: cosa potrebbe andare per il verso giusto? Leggi L'esportazione della democrazia secondo la Cassazione degli islamisti di Giuliano Ferrara Redazione 05 APR 2011
La scelta di Israele “Il pessimismo è un lusso che un ebreo non può concedersi”, diceva Golda Meir, che un paio di cose attorno a Israele e alla politica in medio oriente le sapeva. Oggi però Israele ha solidi motivi per essere pessimista. Sempre circondato da un ambiente ostile, da un accerchiamento di regimi arabi che non hanno mai firmato una pace vera, ora vede crollare anche quegli spicchi di panorama che non erano pregiudizialmente e dichiaratamente governati da nemici mortali. Leggi Perché Israele finirà per pagare il conto della primavera araba di Ariel David - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte - Leggi Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati di Giulio Meotti 04 APR 2011
Perché Israele finirà per pagare il conto della primavera araba Una nuova guerra con Hamas e forse con l’Egitto. La fine della calma sul fronte siriano. Un’egemonia iraniana dilagante. Questa è soltanto una parte di ciò che Israele si aspetta dalle rivolte che stanno cambiando il volto del medio oriente. Gerusalemme osserva con senso d’impotenza e frustrazione gli stravolgimenti politici delle ultime settimane: impotenza perché Israele sa di non poter influenzare l’esito degli scontri interni al mondo arabo. Leggi Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati di Giulio Meotti - Leggi La scelta di Israele di Daniele Raineri - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte Ariel David 04 APR 2011
Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte Negli ultimi mesi di rivolte, rivoluzioni e scontri in medio oriente il silenzio della politica israeliana si è fatto sentire. Per Yossi Klein Halevi, senior fellow allo Shalem Center di Gerusalemme e commentatore ospitato su molti media internazionali, il silenzio è però la migliore politica che Gerusalemme possa adottare, in un momento in cui “il mondo arabo sta affrontando i fallimenti della sua struttura morale”. Parlando con il Foglio, Halevi traccia tre punti cardine che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbe perseguire per destreggiarsi tra vecchi dittatori, piazze in rivolta e un panorama politico in mutamento. Alberto Mucci 04 APR 2011
Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati E’ impossibile prevedere che cosa cambierà per Israele, strozzato in mezzo allo straordinario movimento rivoluzionario che investe il medio oriente. Un buon metro di giudizio è sempre stato contare il numero di missili puntati verso lo stato ebraico. Il potere di morte nella regione è salito drammaticamente. Da Gaza è stato appena lanciato un missile iraniano a dieci chilometri da Tel Aviv. Non arrivavano così vicino dal 1991, quando a lanciarli era Saddam Hussein. Leggi La scelta di Israele - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte 04 APR 2011
Se la guerra arriva a Gerusalemme Hamas ha cominciato una nuova campagna militare contro Israele. Ieri pomeriggio, un ordigno è esploso nel centro di Gerusalemme uccidendo una persona e ferendone almeno trenta, ma già nel corso della mattina due missili Grad lanciati dalla Striscia di Gaza avevano centrato Beersheva, nella parte meridionale del paese. “Questa è una risposta naturale ai crimini di Israele”, ha detto un portavoce di Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia. Luigi De Biase 23 MAR 2011
Così la primavera araba spinge Hamas a rispolverare la violenza Ottimismo della volontà e allo stesso tempo pessimismo della ragione: è questo lo stato d’animo più diffuso nella leadership israeliana che guarda alle rivolte nel mondo arabo, stando alle parole di Yossi Kuperwasser, direttore generale del ministero per gli Affari strategici. L’ex generale, in una conversazione con il Foglio, legge anche i recenti attacchi a Israele dalla Striscia di Gaza come un episodio legato alle rivolte arabe. Marco Valerio Lo Prete 23 MAR 2011