La svolta d’Egitto La notizia è arrivata per bocca di un militare, e non poteva essere altrimenti, visto che è dall’inizio della rivolta egiziana che l’esercito gestisce la crisi, parla con il presidente, va dai manifestanti a dire di comportarsi bene, ma poi lascia che si scatenino gli scontri tra chi sostiene Hosni Mubarak e chi lo vuole via dal Cairo il più presto possibile. “Questa sera avrete quel che chiedete”, ha detto, ed è stata subito festa nella piazza centrale del Cairo, con tanti egiziani che ancora non si erano uniti alle manifestazioni e che per l’occasione si sono accodati, hanno iniziato a cantare ed esultare. Redazione 10 FEB 2011
Andamento lento in Egitto Dopo l’euforia del “regime change”, le botte in piazza, i tentativi di dialogo, la ricerca di un leader per l’opposizione, le immagini dei generali per strada che dicono ai ragazzi di comportarsi bene, al quattordicesimo giorno di protesta tutti si chiedono: e adesso dove si va? La Casa Bianca, che prima ha tentennato, poi richiesto con insistenza una resa di Hosni Mubarak, ora invita alla cautela: la transizione deve essere ordinata, e se ci vuole qualche tempo, è bene prenderselo. "Non vogliamo arrivare a settembre e veder fallire le elezioni e avere poi la gente che chiede: ‘Per che cosa abbiamo fatto tutto questo?’", ha detto Hillary Clinton. Leggi Attenzione all’Iran che allunga le mani sulla piazza egiziana Redazione 08 FEB 2011
Ecco perché la gente del Cairo non invidia i cugini di Teheran “Né l’esercito, né Mubarak accetteranno che l’Egitto finisca nelle mani del suo nemico più implacabile, l’islamismo radicale”. Lo dice al Foglio Stephen Cohen, presidente dell’Institute for Middle East Peace & Development e consigliere della Casa Bianca sul medio oriente. Negli ultimi trent’anni, Cohen ha lavorato per facilitare i negoziati nell’area mediorientale, da consulente del National Intelligence Council. Ha contribuito anche al celebre discorso che il presidente americano, Barack Obama, ha tenuto nel viaggio al Cairo del 2009. Leggi Non è un paese per strangers - Leggi Europa, sbarco al Cairo Amy Rosenthal 04 FEB 2011
Oggi la marcia di un milione E se in Egitto va a finire come in Iran? L’interpretazione di quel che sta accadendo in Egitto oscilla tra l’eccitazione rivoluzionaria e il mantenimento dello status quo. In mezzo ci sono gli imbarazzi della comunità occidentale e i ricordi del passato, in particolare della cacciata dello scià in Iran, nel 1979. Massimo Boffa e Carlo Panella erano a Teheran quando scoppiò la rivoluzione che portò all’instaurazione del regime degli ayatollah e oggi leggono quel che accade al Cairo in modo diverso. La minaccia dei Fratelli musulmani, come spiega Giulio Meotti dando voce alle paure di Israele, c’è ed è grande. Leggi Israele teme che dopo la piazza d’Egitto restino in piedi solo gli islamisti di Giulio Meotti - Leggi Non si vede all’orizzonte un Khomeini egiziano e Al Azhar tace di Carlo Panella Massimo Boffa 01 FEB 2011
2011, fuga da Amsterdam Quest’estate ad Amsterdam è crollato un tronco monumentale. Ne resta un ceppo alto poco più di un metro, macero. Si tratta del vecchio ippocastano che Anne Frank vedeva dal nascondiglio dove era confinata con la famiglia. I media di tutto il mondo erano concentrati su questa notizia per annotarsi la denuncia del giornalista olandese Paul Andersson Toussaint: “L’antisemitismo in Olanda è tornato a essere salonfähig”. Significa socialmente accettabile. 28 DIC 2010
Applaudito il presidente Napolitano alla prima Gli scontri alla Scala e la grandezza di Barenboim Un centinaio i giovani dei collettivi universitari e studenteschi che hanno protestato contro i tagli alla cultura e contro la riforma Gelmini. Durante il pomeriggio polizia e carabinieri, in tenuta anti sommossa, hanno spinto i manifestanti in fondo a piazza della Scala, lontano dall'ingresso del teatro peraltro transennato dal lato di Palazzo Marino, sede del Comune. Le forze dell'ordine e i giovani si sono fronteggiati proprio sotto Palazzo Marino. Giorgio Israel 07 DIC 2010
Il “bulldozer” che difenderà Israele Tamir Pardo è uno “sciusciuista”. Sono coloro che lavorano nei reparti più segreti dell’intelligence israeliana e che fanno “shhh”, per invitare al silenzio. Non parlano mai del proprio lavoro. Pardo è stato scelto come nuovo capo del Mossad, il servizio segreto di Gerusalemme. Con la sua nomina, il premier Netanyahu ha scritto il finale di una storia iniziata trent’anni fa. Pardo era il braccio destro di Yoni Netanyahu. 05 DIC 2010
Il giorno dopo Ecco i leak che fanno più male in mezzo al gossip diplomatico di Assange I cablogrammi rivelati finora da Wikileaks provocano più imbarazzo che veri danni per la rete diplomatica di Washington e, secondo il consueto paradosso del giornalista collettivo, più le cose sono risapute e ovvie, più tendono a precipitare in titoli sensazionali. Per stilare i cables dedicati allo stile di vita di Silvio Berlusconi (le “feste selvagge” del leader “inaffidabile” che va a letto tardi, secondo l’ex numero due dell’ambasciata americana Elizabeth Dibble) e l’apprensione per i rapporti con Mosca su base energetica non servivano comunicazioni diplomatiche, bastava un buon traduttore degli articoli di Repubblica. 29 NOV 2010