Le repliche della storia alle anime belle sono ben visibili. Buon anno L’ultimo dell’anno può servire a fare due conti, ma senza rese dei conti o altre equivalenti antipatie. Guantanamo non chiude, per esempio. Per almeno un altro anno resterà dov’è, a custodire nuclei di detenuti particolari considerati, dal punto di vista della lotta al terrorismo o guerra al terrorismo, “radioattivi”. E’ un carcere universalmente noto, Gitmo. Non è un carcere ordinario, soggetto al diritto comune americano. 30 DIC 2009
Oratori di Hezbollah ed ebrei malmenati. Accade alla Sorbona Nella più antica e illustre università di Francia, che risale addirittura al XIII secolo e all’opera del teologo Robert de Sorbon, ha tenuto lezione per la prima volta un’organizzazione terroristica. Si tratta di Hezbollah, in cima alla lista nera dell’Unione europea. Nella Sorbona culla dei Lumi, santuario della laicité francese ma anche fabbrica ideologica che ha prodotto totalitaristi genocidi come Pol Pot e altri khmer rossi, il Mouvement des Indigènes de la République, sedicente gruppo per la lotta contro la discriminazione, aveva organizzato una giornata dedicata a Gaza. 21 DIC 2009
La sottile forma di boicottaggio inglese alle merci israeliane Hamas ha festeggiato il ventennale della sua fondazione con un viaggio-premio a Teheran, mentre la succursale londinese dell’emittente araba al Jazeera lanciava la notizia che un tribunale britannico aveva emesso un ordine di cattura, poi ritirato, per l’ex ministro degli Esteri israeliano, oggi capo del partito di opposizione Kadima, Tzipi Livni. Mandato originato da una denuncia per crimini di guerra presentata da “elementi radicali” della comunità locale musulmana in relazione all’offensiva “Piombo Fuso”, condotta lo scorso inverno a Gaza. 16 DIC 2009
Così Gerusalemme comincia a difendersi Nel 1991, mentre Saddam Hussein bombardava Tel Aviv con i missili scud, l’allora viceministro degli Esteri israeliano, Benjamin Netanyahu, compariva sulla Cnn con una maschera antigas. Ora Netanyahu, primo ministro dello stato ebraico, si appresta a lanciare la più vasta distribuzione di maschere antigas a tutta la popolazione israeliana. 24 NOV 2009
Ahmadinejad chiama al governo il filosofo che nega l’olocausto Nessuno leggerà Anne Frank in arabo Beirut è la “capitale mondiale del libro” designata per il 2009 dall’Unesco. Ma vi si potrà leggere il Diario di Anne Frank soltanto in francese (per i cristiani) o in inglese. Nessuno stamperà il diario in farsi o in arabo, per gli sciiti e i sunniti. E tantomeno lo porterà nelle scuole. La traduzione e l’adozione nelle scuole libanesi del celebre Diario di Anne Frank avrebbe rappresentato un passo epocale nel paese dei cedri, che si vanta di essere uno dei paesi arabi “moderati”. 12 NOV 2009
Stiamo perdendo la Turchia Il governo turco ha iniziato una serie di manovre diplomatiche che portano dubbi e sospetti a Washington, a Gerusalemme e a Bruxelles. L’ultimo allarme è suonato il mese scorso, quando il premier, Recep Tayyip Erdogan, ha impedito che l’aviazione israeliana partecipasse ai war game della Nato in programma sul territorio turco. Pochi giorni più tardi, Ankara ha lanciato una partnership militare con la Siria, grande spalla dell’Iran in medio oriente. Leggi la versione in lingua russa Luigi De Biase 09 NOV 2009
Generazione Sderot L’incubo di Sderot iniziò sugli schermi della rete televisiva americana Cbs. Il 24 gennaio 2002 la celebre rubrica “60 Minutes” trasmise l’intervista a un leader di Hamas, Moussa Abu Marzook, che minacciava di usare missili Qassam per colpire le città israeliane. Il nome, Qassam, deriva da un imam fondamentalista che negli anni Venti incitò ai pogrom contro gli ebrei. 30 OTT 2009
Il fattore Kagan L’intellettuale che ha contribuito a salvare l’Amministrazione di George W. Bush e l’America intera da un’umiliante sconfitta in Iraq si chiama Frederick Kagan ed è lo stesso che, in un modo o nell’altro, è al centro del dibattito politico e strategico che può decidere le sorti anche della presidenza di Barack Obama. Christian Rocca 29 SET 2009
Nelson Mandela Quando in una torrida sera del febbraio di sei anni fa Nelson Mandela si affacciò a una balconata del municipio vecchio di Città del Capo, le sue prime parole di uomo libero traducevano l’arte di un consumato retore: “Innanzitutto volli dire al popolo - scrive nella monumentale autobiografia ‘Lungo cammino verso la libertà’ - che non ero un messia, ma un uomo come tutti, diventato capo per una serie di circostanze straordinarie”. Redazione 21 SET 2009