Al Mise non sanno più distinguere il vero Di Maio dal falso
L'account Twitter del ministero ha condiviso un profilo fake del vicepremier. E non è la prima volta
Che all'interno dei social network ci siano account non ufficiali, molte volte parodia, non è una notizia. La novità è che ormai anche alcune istituzioni non riescono più a distinguere il fake dal vero. L'account ufficiale del Mise (Ministero dell'industria e dello sviluppo economico) questa mattina ha rituiittato il profilo falso di Luigi Di Maio – @lulgidimalo. Il rituit è rimasto là per un po', sul profilo, poi qualcuno si è accorto dell'errore e l'ha rimosso. Non è il solo. Il social media manager di Matteo Salvini, Luca Morisi, ha condiviso sul proprio profilo Twitter lo screenshot di un post scritto su Facebook da Armando Schiaffini, che giustificava gli assassini della giovane Desirée Mariottini. Tuttavia, l’account a cui ha fatto riferimento Morisi è palesemente un fake che stravolge alcuni messaggi della sinistra per creare una sensazione di sdegno tra i lettori.
Tornando a Di Maio, su Facebook è stato creato anche l'account fake Luigi Di Majo, eppure in molti lo hanno scambiato per quello vero. Già con la sua “j” nel cognome dovrebbe marcare nettamente la differenza dall'originale. Invece no. Nemmeno l'indirizzo della pagina “dimajoparodypage” e la descrizione “pagina (parody account ufficiale, aperto dal lunedì al sabato, chiuso la domenica)” sono bastati. In molti, infatti, continuavano a non capire si trattasse di un fake. Mentre altri, meno avvezzi all'ironia, si sono addirittura arrabbiati per un profilo che “sbeffeggiava il Movimento 5 stelle”. Sono i rischi dei social, direte voi. Però diventano un pericolo quando le istituzioni diffondono il falso, anziché difendere la verità.
FOLLIA SINISTRA!
— Luca Morisi (@lumorisi) 25 ottobre 2018
Gli assassini di #Desirée erano "depressi" a causa del "razzismo" del governo italiano, "delitto terribile" ma serve "immedesimarsi nei panni di quei poveri ragazzi". Così dice tal Armando Schiaffini.
Oltre al TSO speriamo in un magistrato attento. pic.twitter.com/UAOtz1wwKi
generazione ansiosa