L'indagine
Dentro la società irrazionale. Per 3 milioni di italiani il Covid non esiste (e la terra è piatta)
Cospirazionismo, sfiducia totale nella scienza e nelle istituzioni: i dati dell'ultimo rapporto Censis fotografano un paese dove una persona su venti si rifugia "nel pensiero stregonesco e premoderno"
Prendiamo il lato positivo della faccenda: magari centrare il tanto agognato target del 90 per cento di immunizzati è un miraggio, ma l'87,57 odierno (di over 12 con almeno una dose) è già un mezzo miracolo. Perché il 31,4 per cento degli italiani è convinto che il vaccino sia un farmaco sperimentale per cui stiamo facendo da cavia. Il 10,9 sostiene che sia inutile. Il 5,9 (tre milioni di persone) che il Covid proprio non esista. È lo scoraggiante quadro che emerge dal 55esimo rapporto annuale del Censis, il Centro studi investimenti sociali. Si intitola "La società irrazionale". E dà una dimensione tangibile e misurabile di quello che fino a ieri poteva ancora essere ridotto a frastuono complottista, amplificato dal megafono mediatico.
Partiamo dalle posizioni più estreme. Anche in questo caso si tratta di una minoranza netta ma reale, che tradotta in forza politica entrerebbe comodamente in parlamento: il 5,8 per cento degli italiani è convinto che la Terra sia piatta - che questi coincidano in gran parte con i negazionisti del Covid non è specificato, ma c'è da scommetterci. Una persona su cinque ritiene che il 5G serva a controllare la mente delle persone e una su dieci è sicura che l'uomo non sia mai sbarcato sulla luna. Più in generale c'è un 12,7 per cento tecnofobico, secondo cui la scienza porta più danni che benefici. Un ulteriore dato di sconforto è che la correlazione tra opinioni antiscientifiche e istruzione è sì negativa, ma non in modo così marcato: il tasso di laureati cospirazionisti si assesta attorno al 5 per cento.
Il rapporto Censis va anche oltre, e spiega come il caotico universo parallelo delle teorie alternative abbia imparato a fare sistema: "L’irrazionalità ha infiltrato il tessuto sociale, sia le posizioni scettiche individuali, sia i movimenti collettivi di protesta che quest’anno hanno infiammato le piazze". E a questo punto di minoranza non si parla più. L'italiano medio è convinto dell'esistenza di un "deep state" autoritario nel nostro paese e di una più ampia casta mondiale di superpotenti che controlla tutto, tra cui - non può mancare - figurano in prima linea le grandi multinazionali. Sono opinioni più radicate (56-64 per cento) della più classica sfiducia nelle istituzioni (47 per cento), sentimento ormai quasi démodé, a cui si aggiunge il nuovo pessimismo attorno agli effetti benefici del Pnrr (29,7 per cento della popolazione).
"L’irrazionale che oggi si manifesta nella nostra società", spiega l'istituto di ricerca, "ha radici socio-economiche profonde, secondo una parabola che va dal rancore al sovranismo psichico". E in questo senso viene sottolineata la responsabilità di mass media e social network: il complottismo "si ritaglia uno spazio non modesto nel discorso pubblico, conquistando i vertici dei trending topic, scalando le classifiche di vendita dei libri, occupando le ribalte televisive, orientando le posizioni e i comportamenti di molte persone". Stoppare le fonti delle teorie alternative non è un modo di limitare la libertà di pensiero, ma di salvaguardarla. Il rigurgito antimoderno è già abbastanza forte.
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