editoriali
L'Italia emuli la Francia sulle nascite
Il verdetto di Elon Musk non è una condanna. Si può fare qualcosa, seguendo l'esempio transalpino
"Se queste tendenze continueranno, l’Italia non avrà più una popolazione”. L’allarme stavolta non giunge dall’Istat, ma da Elon Musk. Padre di sette figli, l’uomo più ricco del mondo si è detto preoccupato dei bassissimi tassi di natalità registrati in Italia. Come si esce da questo scenario da estinzione? In un nuovo studio dell’Ocse, l’Italia si è classificata tra le peggiori in Europa per il carico fiscale sulle famiglie con figli. Lì è il segreto per invertire il Titanic demografico. “Per l’economia la Germania è l’uomo forte d’Europa, ma quando si parla di demografia la Francia è la nostra donna fertile”, ha detto il demografo Ron Lesthaeghe, membro della Accademia delle scienze belga. In Francia c’è il prime à la naissance, il premio di nascita, un assegno di 927,71 euro per ogni nato che diventa il doppio (1.855,42 euro) in caso di adozione. Ma è soprattutto la leva tributaria il cuore della demografia francese.
Si chiama “quoziente familiare” e, a differenza dell’Italia, favorisce i nuclei e consiste nel sommare i redditi dei coniugi e dividere il risultato per i membri. Al loro aumentare, ovvero più la famiglia è numerosa, il reddito su cui si applica l’imposta si riduce. Una coppia con due figli e 25 mila euro di reddito complessivo non paga tasse; una coppia con tre figli e 50 mila euro di entrate paga circa tremila euro l’anno, con 100 mila euro di reddito ne paga solo 10 mila. In Italia si fa il contrario e la tassazione è su base individuale e per i figli a carico sono previste soltanto detrazioni, anche molto magre. Le detrazioni italiane decrescono velocemente con il reddito e si azzerano a 95 mila euro. La Francia premia chi ha due figli.
Ha ragione Musk quando dice che “contrariamente a quanto pensano in molti, più una persona è ricca, meno figli ha. Io rappresento una rara eccezione. La maggior parte delle persone che conosco non ha figli o ne ha uno solo”. Ma è vero anche che, se uno stato può fare qualcosa per sostenere la demografia, è introdurre una fiscalità che aiuti, anziché penalizzare, le culle a riempirsi.