Editoriali
Nel 2022 la popolazione italiana scende a 58,8 milioni: record negativo di nascite
L’anno scorso la popolazione residente in Italia è diminuita di 179 mila unità, arrivando a 58,8 milioni di persone. Nel 2019 eravamo in 59,8 milioni, un milione in più. Per la prima volta le nascite scendono sotto le 400 mila unità
Il rapporto dell’Istat sulla dinamica demografica del 2022 conferma il trend negativo iniziato nel 2008, anno in cui venne registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni. L’Italia continua a perdere popolazione per effetto del bilancio naturale: i nuovi nati sono sempre meno e sempre più inferiori ai nuovi morti, con una dinamica che è mitigata solo in parte dal saldo migratorio con l’estero (gli immigrati sono più degli emigranti). L’anno scorso la popolazione residente in Italia è diminuita di 179 mila unità, arrivando a 58,8 milioni di persone (-0,3 per cento rispetto al 2021): dal 2019, quando la popolazione era pari a 59,8 milioni, l’Italia ha perso un milione di abitanti.
Le nascite continuano a diminuire: nel 2022, per la prima volta, scendono sotto le 400 mila unità al record negativo di 393 mila (-1,9 per cento); mentre i decessi continuano a stare stabilmente sopra i 700 mila dal 2020, 713 mila per la precisione. Di conseguenza, il saldo naturale è negativo di 320 mila unità.
Un contributo positivo, non sufficiente a compensare il declino, viene dal saldo migratorio (+229 mila) dato dall’aumento dell’immigrazione (318 a 360 mila) e dalla riduzione dell’emigrazione (che scende da 158 a 132 mila). La crescita del saldo migratorio è un effetto del miglioramento delle condizioni economiche del paese, ma anche una conseguenza della guerra in Ucraina: sono 146 mila gli ucraini con un permesso di protezione temporaneo che nel prossimo futuro potrebbero emigrare in un altro paese o tornare in patria. Sul fronte delle nascite, secondo l’Istat le incertezze economiche post-pandemiche presenti anche nel 2022 potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità. Per l’Italia e per gli altri paesi europei la demografia rimane uno dei problemi strutturali più difficili da affrontare per il futuro. Per sostenere la crescita economia e il welfare di una popolazione che invecchia servono più immigrati e bisogna fare più figli.
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