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Il Vaticano contro Ultima Generazione: condannati per la prima volta tre attivisti

Redazione

Una multa di quasi 30 mila euro per aver imbrattato la statua di Laocoonte: la sentenza del tribunale dello stato pontificio fa da apripista nella stretta contro la “violenza ambientale”. Le reazioni: “E' in contraddizione con le parole di Papa Francesco sul clima”

Alla terza udienza è arrivata la condanna. Per la prima volta, ieri, sul banco degli imputati di un tribunale sedevano tre attivisti di Ultima Generazione, il movimento ambientalista di protesta che da mesi porta avanti campagne di “sensibilizzazione” con imbrattamenti di vernice o cospargimenti di fango ai danni di statue ed edifici storici. E a fare da apripista nella stretta contro gli ecologisti-imbrattatori non è un palazzo di giustizia italiano, bensì il Tribunale Vaticano: la sentenza è stata emessa ai danni di tre persone, di cui due condannate a nove mesi di reclusione (con una multa che sfiora i duemila euro) per aver danneggiato la base in marmo della statua del Laocoonte, all'interno dei Musei Vaticani, nell'agosto dell'anno scorso.

Ora, al di là dei particolari della sentenza – che si risolverà in una pena amministrativa, pari al pagamento di circa 30 mila euro al Governatorato –, la notizia è tutta nella fermezza con cui la giustizia vaticana si è mossa nei confronti di Ultima Generazione: passando cioè per la prima volta dalle parole ai fatti, in sintonia con la volontà da parte del governo italiano di “non fare sconti” a chi si marchia del reato di danneggiamento a beni culturali (si ricorderà il disegno di legge a firma del senatore di FdI Marco Lisei). Insomma, sebbene circostanziata e limitata a un singolo episodio, la conclusione di ieri potrà fungere da precedente e rappresentare una svolta nella gestione di vicende analoghe.

 

Non si sono fatte attendere le reazioni di Ultima Generazione. “È una sentenza assolutamente spropositata, non ce l'aspettavamo, anche perché questo verdetto va in contraddizione con quanto il Papa ha predicato sul clima chiedendo anche a noi generazioni vecchie e nuove di alzare la voce”, dice uno degli attivisti condannati. La storia fra giustizia e imbrattatori è ancora tutta da scrivere.