editoriali
Ultima generazione e agricoltori tedeschi, stessi blocchi ma reazioni diverse
Attivisti climatici contro trattori: due pesi e due misure? Che ci sia spesso disparità nella reazione dell’opinione pubblica è un dato di fatto: basta leggere le cronache o i commenti online. Non sono, però, difficili comprendere le ragioni. Eccole
Perché quegli stessi cittadini e media che si infuriano con gli attivisti climatici che bloccano le strade sembrano avere un atteggiamento più tollerante quando altri gruppi fanno lo stesso? La domanda rimbalzava sui social, soprattutto da parte di simpatizzanti di Ultima generazione, in seguito alle notizie sulle proteste degli agricoltori tedeschi, che – letteralmente – col trattore in tangenziale sono andati a comandare.
Che ci sia spesso disparità nella reazione dell’opinione pubblica è un dato di fatto: basta leggere le cronache o i commenti online. Non sono, però, difficili comprendere le ragioni. Intanto, per gli agricoltori il blocco stradale è una manifestazione estrema ed eccezionale, non una prassi ripetuta nel tempo. Non a caso, quando si comportano diversamente – per esempio, gli autotrasportatori che alcuni anni fa paralizzarono il paese o i tassisti che occasionalmente prendono il controllo di Roma o Milano – la reazione della popolazione è assai meno indulgente.
Secondariamente, gli agricoltori hanno un obiettivo misurabile e concreto (in questo caso: difendere gli sgravi sul diesel). E fanno delle strade il proprio campo di battaglia e del blocco uno strumento di pressione sul governo. Gli attivisti climatici, al contrario, pongono un problema reale, cioè la crisi climatica, ma offrono una soluzione confusa, che spesso si spinge a lambire l’intera riforma dell’economia e della società. Non c’è nulla che il governo possa fare per soddisfare Ultima generazione, perché le richieste sono indefinite o impossibili.
Infine, per gli agricoltori il blocco stradale è uno strumento di lotta, non di persuasione: essi intendono mostrare i muscoli al governo, non sensibilizzare i cittadini. Gli agricoltori mettono in atto una prova di forza, non cercano il consenso degli automobilisti che sequestrano in autostrada. Questo non giustifica un differente trattamento di fronte alla legge – l’introduzione di reati ad hoc, come ha fatto anche l’Italia, è pratica barbara – ma spiega perché le proteste degli uni suscitano fastidio, quelle degli altri rabbia.
Politicamente corretto e panettone
L'immancabile ritorno di “Una poltrona per due” risveglia i wokisti indignati
Una luce dietro il rischio