Editoriali
Contro la violenza sulle donne, con i fatti
Molto si può e si deve fare. Ma i dati ci dicono che nel sistema, grazie a prevenzione, sensibilizzazione e attenzione istituzionale, grazie all’impegno di centri antiviolenza, operatori sociali e forze dell’ordine, qualcosa inizia a funzionare
Lunedì è la Giornata nazionale contro la violenza sulle donne, è una data importante, è una data che ci ricorda quanto lavoro c’è da fare per combattere la violenza, per proteggere le donne, per garantire sicurezza, ma è una data che per essere onorata merita di non lasciare ai margini una dimensione cruciale che è quella della speranza, quella dei fatti. C’è da fare ancora molto ma qualcosa è stato fatto e ci sono alcuni dati interessanti che ci suggeriscono di essere ottimisti rispetto al futuro. Il 18 novembre, il Viminale, ha diffuso alcuni numeri che ci raccontano un’Italia sorprendente, che anche grazie alla mobilitazione dell’opinione pubblica, e della classe politica, ha iniziato a invertire la rotta.
Dal 1° gennaio al 17 novembre 2024, gli omicidi complessivi in Italia sono calati del 12 per cento rispetto al medesimo periodo del 2023, passando da 305 a 269. Tra questi, le vittime femminili scendono da 108 a 98 (-9 per cento). Anche nel contesto familiare e affettivo, dove si consuma la tragedia di una larga parte dei femminicidi, si registra un decremento: le vittime donne calano da 89 a 84 (-6 per cento). La tendenza più significativa riguarda gli omicidi commessi da partner o ex partner: una diminuzione del 9 per cento, con il numero delle vittime di genere femminile che scende da 58 a 51 (-12 per cento). Sono numeri ancora alti (anche se per fortuna non comparabili con quelli europei: a livello comunitario nell’ultima statistica disponibile l’Italia ha registrato il tasso di omicidi più basso) che non cancellano il dolore di chi ha perso una madre, una figlia, una sorella (dati Istat utili per il ministro Valditara: le vittime sono in prevalenza cittadini italiani, 74 per cento, per il 26 per cento stranieri, mentre il 94,3 per cento delle donne italiane è vittima di italiani, e il 43,8 per cento delle donne straniere di propri connazionali). Ma sono dati che ci dicono che nel sistema, grazie a prevenzione, sensibilizzazione e attenzione istituzionale, grazie all’impegno di centri antiviolenza, operatori sociali, forze dell’ordine, qualcosa inizia a funzionare. Ricordarlo, per essere ottimisti sul futuro, può essere importante.
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