L'editoriale del direttore
Contro il catastrofismo. L'algoritmo dei fatti è più ottimista dell'ideologia della paura
A fine anno i media italiani si dedicano solo al riepilogo delle cattive notizie per fare allarmismo. Dalla stampa estera, invece, ne abbiamo selezionate 7 ottime: dalla salute alla fauna alla Gen Z alle democrazie
Per ragioni misteriose, in Italia, quando si arriva alla fine dell’anno, gli osservatori, i giornali, i telegiornali e le radio tendono a ripercorrere i dodici mesi precedenti utilizzando spesso una chiave di lettura cupa, angosciata, autolesionista. E le immagini e le storie scelte per sintetizzare l’anno trascorso sono tendenzialmente frutto di un algoritmo piuttosto preciso: le cattive notizie sono sempre notizie da valorizzare, le buone notizie sono spesso notizie da nascondere. Il principio che guida l’algoritmo del catastrofismo non è legato solo alla logica del trauma, una cattiva notizia come un trauma resta nella nostra retina più di una buona notizia o di una gioia, ma è legato anche a un problema di carattere culturale.
Il catastrofismo, l’allarmismo, il pessimismo sono alleati naturali di un modo preciso di raccontare l’attualità. Un modo che cerca di attirare i lettori spaventandoli, abusando del bollettino delle tragedie, e che cerca di creare interesse sul mondo con una tecnica precisa che parte da questo presupposto: il modo migliore per mobilitare i cittadini a difesa dei valori democratici è mostrare un mondo destinato inevitabilmente a collassare su se stesso e qualsiasi notizia positiva sulla contemporaneità rischia di rilassare il cittadino distraendolo dal suo senso del dovere. Alcuni giornali internazionali, in questi giorni, provando a ragionare sul bilancio dell’anno appena trascorso, hanno scelto con coraggio di sfidare l’agenda del catastrofismo e del pessimismo universale e hanno provato a rivolgersi ai propri lettori con un metodo diverso, a suo modo rivoluzionario: siamo convinti che il modo migliore per risvegliare le coscienze sia quello non solo di angosciare il prossimo ma anche quello di mostrare quali risultati positivi può raggiungere il mondo moderno, che forse possiamo proteggere usando una chiave diversa dal pessimismo universale. Ne abbiamo selezionate un po’, di queste storie, attingendo al Washington Post, al Wsj, alla Cnn, alla Bbc, tenendo da parte quelle legate al clima su cui torneremo più avanti.
La prima notizia, forse la più importante, è quella che Science ha definito la svolta dell’anno e riguarda un farmaco annunciato a giugno, chiamato “lenacapavir”, che nel corso di una sperimentazione in Africa ha ridotto le infezioni da Hiv a zero, con una efficacia definita sbalorditiva pari al cento per cento: il vaccino contro l’Hiv non è mai stato così vicino. La seconda notizia riguarda sempre la medicina e riguarda una serie di storie che mostrano ancora una volta gli incredibili progressi della scienza, della medicina, della farmaceutica, dell’odiata élite della competenza. La Giordania ha debellato la lebbra, il Ciad ha debellato la così detta malattia del sonno, la Guinea ha debellato il tetano materno e neonatale, il Belize, la Giamaica e Saint Vincent e Grenadine hanno eliminato la trasmissione da madre a figlio dell’Hiv e della sifilide, l’India ha raggiunto l’obiettivo dell’Oms di debellare la febbre nera, l’India, il Vietnam e il Pakistan hanno debellato il tracoma, la principale causa infettiva di cecità al mondo, il Brasile e Timor Est hanno debellato l’elefantiasi e se non vi bastasse tutto questo pensate che i decessi globali per tubercolosi hanno raggiunto il livello più basso mai registrato, con l’Africa che ha ottenuto una riduzione del 42 per cento dei decessi e una diminuzione del 24 per cento dei tassi di infezione dal 2015.
La terza notizia positiva riguarda un altro progresso della medicina e riguarda in particolare il cancro. Negli Stati Uniti, il tasso di mortalità è diminuito di circa un terzo negli ultimi tre decenni, il che vuol dire che sono state salvate circa 4,1 milioni di vite, e in Europa i tassi di mortalità sono diminuiti di circa il 6,5 per cento tra gli uomini e il 4,3 per cento tra le donne tra il 2018 e il 2024, grazie ad alcuni progressi nei trattamenti, grazie alle innovazioni tecnologiche e grazie ai tassi di fumo più bassi. La quarta notizia positiva, di cui siamo certi non avrete sentito parlare, riguarda un dato sorprendete: tra il 2000 e il 2023, il numero di bambini e adolescenti che non frequentano la scuola è diminuito di quasi il 40 per cento e l’Africa orientale e meridionale ha raggiunto la parità di genere nell’istruzione primaria, con 25 milioni di ragazze in più iscritte alla scuola primaria oggi rispetto ai primi anni 2000.
La quinta notizia riguarda un dato interessante della nostra fauna, della fauna mondiale, e coincide con il numero incredibile di specie in via di estinzione recuperate. Pronti con l’elenco? Eccolo: foca dagli anelli del Saimaa, orice scimitarra, picchio dalla coccarda rossa, coccodrillo siamese, narvalo, arapaima, lince iberica, leoni asiatici, coccodrillo marino australiano, Antilope asiatica, Ululu, tonno rosso del sud, rana dalle zampe gialle della Sierra Nevada, wallaby delle rocce dalle zampe gialle, focena senza pinna dello Yangtze, pookila, pappagallo dal ventre arancione, panda giganti, aster dorato della Florida. La sesta notizia riguarda una generazione di cui sentite spesso parlare con toni apocalittici sui giornali: la famosa generazione Z. La generazione Z abbraccia circa 2 miliardi di persone nate tra il 1997 e il 2012. In America e Gran Bretagna questo gruppo di persone costituisce un quinto della popolazione, e rivaleggia con la quota dei baby boomer. La narrazione dominante, quando si ragiona attorno alla Generazione Z, è quella che asseconda l’idea che i giovani di oggi staranno inevitabilmente peggio dei loro genitori. Non è così. Gli stipendi della Gen Z stanno aumentando a un ritmo molto più veloce rispetto ai lavoratori più anziani e il tasso di disoccupazione giovanile nel mondo ricco è al minimo da decenni. In America il reddito medio di uno Zoomer supera quello di un millennial o di un Gen X alla stessa età, in termini reali. E quattro quinti dei ragazzi tra i 12 e i 27 anni del mondo, come raccontato dall’Economist ad aprile, vivono in economie emergenti e sono più ricchi, più sani, più istruiti, meglio informati e più connessi dei loro genitori. Ne avete sentito parlare? Certo che no.
La settima notizia riguarda la tenuta delle democrazie in giro per il mondo. Non si può certo dire che l’esito delle elezioni americane, con la vittoria di Trump, sia stato un trionfo per i sostenitori delle democrazie liberali. Ma il bilancio del 2024, per chi ama la democrazia, non è da buttare via. Gli elettori indiani hanno respinto l’autoritarismo, le istituzioni democratiche della Corea del Sud hanno fatto lo stesso, il Bangladesh ha promesso elezioni libere ed eque, Senegal, Sri Lanka e Botswana hanno assistito a pacifici trasferimenti di potere a nuovi leader dopo decenni di governo monopartitico e la Siria ha visto la fine di uno dei regimi autoritari più orribili del mondo.
E proprio il tema della Siria, in un mondo complicato, dominato da conflitti, dominato da guerre, dominato da tragedie al fronte, ci offre un’altra ragione per provare a essere ottimisti e quella ragione, speciale, ce la suggerisce il Wall Street Journal quando, ragionando sull’anno che volge al termine, arriva ad affermare una verità difficile da accettare ma altrettanto difficile da negare: in fondo, dice il Wsj, è stato un anno negativo per gli autocrati del mondo. In Cina, il Partito comunista sta lottando con una crescita rallentata e un mercato immobiliare in calo. La giunta militare del Myanmar, che fa molto affidamento sul sostegno commerciale e diplomatico di Pechino, ha perso basi e vaste distese di territorio a favore di vari gruppi ribelli. In Botswana, il Partito democratico, al potere dal 1966, ha perso le elezioni presidenziali. L’opposizione turca ha vinto in diverse città importanti alle elezioni locali di marzo, infliggendo un colpo al partito al governo del presidente Recep Tayyip Erdogan.
In Siria, come detto, i ribelli hanno posto fine alla dittatura di Bashar al-Assad, durata 24 anni, che pochi nel mondo pensavano fosse in pericolo di crollo. In Russia, nonostante le difficoltà dell’Ucraina nella sua eroica guerra di resistenza, il rublo sta precipitando, l’inflazione sta salendo alle stelle e paese ha registrato, secondo i calcoli del Regno Unito, 750.000 vittime. Quest’anno, oltre a perdere il suo Assad, l’Iran ha registrato altre sconfitte pesanti, da Gaza fino in Libano, con i suoi proxys, i suoi tentacoli mortali, che hanno perso pezzi, uomini, leader, battaglie e forse anche guerre.
Le sconfitte inaspettate degli autoritarismi in giro per il mondo sono tante. Speriamo che alle buone notizie del 2024 se ne possa aggiungere presto una: dimostrare che l’occidente libero è talmente più forte dei regimi autoritari da essere in grado di riportare presto a casa i suoi cittadini tenuti in ostaggio da regimi criminali, come la nostra Cecilia Sala. Buon anno a tutti.