Vietato l'inno all'atleta israeliano. Ma nessuno si indigna

Gli Emirati Arabi non riconoscono Israele, al Grand Slam di judo la squadra costretta a gareggiare senza bandiere e simboli. Tal Flicker vince la medaglia d'oro e si canta l'inno da solo 

Redazione

Avevano già rischiato di non partecipare alla competizione. Perché gli Emirati Arabi non riconoscono lo stato di Israele. E così gli atleti israeliani che dovevano partecipare al Grand Slam di judo in corso ad Abu Dhabi (12 in totale quelli classificati nella World Ranking List della Federazione internazionale) erano stati bloccati perché, alla partenza, erano privi dei visti necessari.

 

Risultato? La squadra, grazie all'intervento del presidente della Federazione Marius Vizer, era riuscita a partire in ritardo e in ritardo si era presentata all'accredito. Troppo tardi, però, per essere ammessi. E comunque, restava da sciogliere un nodo: come può uno stato non riconosciuto gareggiare con le proprie insegne? Alla fine si è arrivati ad un compromesso: gli atleti di Israele sono stati costretti a gareggiare sotto la bandiera della Federazione internazionale. Niente bandiere, niente sigle, e niente inno in caso di premiazione. 

 

Nella prima giornata l'israeliano Tal Flicker ha vinto la medaglia d'oro nei 66 kg (mentre Tohar Butbul e Gili Cohen hanno conquistato il bronzo nei 73 kg uomini e nei 52 kg donne). Sul sito della Ijf Israele è correttamente indicato e gli atleti, accanto al loro nome, hanno la bandiera e la sigla ISR. Quando è salito sul podio ad Abu Dhabi, però, Flicker ha dovuto ascoltare l'inno della Federazione. Una cosa che sarebbe stata considerata inaccettabile per qualunque altro atleta. Lui, comunque, non ha rinunciato a celebrare il proprio paese. E così, inquadrato dalle telecamere, ha cantato l'inno di Israele. Almeno la voce gli Emirati Arabi non sono riusciti a togliergliela. 

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