Ultimo in classifica europea, ma ancora in tempo a evitare la retrocessione di credibilità, il calcio italiano dovrebbe decidere il prossimo 28 maggio, con un incontro ufficiale tra consiglio di Lega e governo, la ripresa del campionato (parrebbe essere scongiurata la mal congegnata riffa dei playoff, del resto mancano soltanto 124 partite). La Bundesliga ha già ripreso da due settimane, Belgio e Francia hanno da tempo deciso di sospendere la stagione, la Liga spagnola e la Premier dovrebbero scegliere per la ripartenza a giorni. Francamente sembra, anche per l’Italia, la cosa più sensata da fare, e in verità non si capisce per quale motivo – a parte i balbettii del ministro Vincenzo Spadafora e i cincischiamenti del Comitato tecnico scientifico – ancora la decisione non sia stata presa. Tra i tanti fattori per ricominciare con il calcio (in sicurezza, a stadi chiusi e con tutti i protocolli del caso) c’è il fatto che la sospensione rischia di causare contenziosi economici (e giudiziari) da parte di molte squadre: quelle che non sarebbero ammesse in Europa, quelle che potrebbero essere (teoricamente) retrocesse d’ufficio o, viceversa, quelle che avevano investito su una promozione da cui si vedrebbero escluse a tavolino. Un problema moltiplicato per tutte le categorie professionistiche. Il disastro economico del Covid vale per tutti, squadre, sponsor e televisioni, ma giocare può alleviare le perdite. I giocatori si lamentano dell’idea di giocare tre volte a settimana al pomeriggio sotto il solleone e in effetti, rinunciando ognuno a un po’ di ricavo per lo sfruttamento degli slot tv, sarebbe meglio giocare tutti la sera. Il motivo più evidente, infine, è che metà degli italiani vive di calcio, avrà un’estate piuttosto deprimente e una prospettiva autunnale anche peggiore, negargli persino la partita sul divano, costringendoli a sorbirsi soltanto serie tv, è inutile sadismo tanto quanto mandare in giro i volontari noiosi come zanzare del ministro Boccia. E poi, il calcio tutte le sere in tv è una buona scusa per tenere decine di migliaia di giovinastri lontani dagli assembramenti dello spritz.
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