Editoriali
“Combatto da quando ero in pancia”, dice Giroud
Sull’aborto il centravanti del Milan non legge dal solito copione. Bravo!
"Sono nato combattendo”, dice Olivier Giroud, il carismatico centravanti – ora del Milan, ed ex di Arsenal e Chelsea – in una intervista al Times di Londra. L’incipit sembrerebbe l’ennesimo spot sui supereroi del calcio. Ma non è così. Giroud sta spiegando la fonte della sua determinazione a superare le avversità, a far fronte a difficoltà e critiche che lo hanno messo in discussione e a massimizzare un buon talento attraverso il duro lavoro, per diventare un campione del mondo con la Francia. Il 35enne crede di essere “nato combattendo” perché i suoi genitori volevano abortirlo. “Stavo combattendo per la sopravvivenza già nel grembo materno”.
Quando Giroud aveva tredici anni, sua madre lo fece sedere nella cucina della loro casa a Froges, vicino a Grenoble, e finalmente si sfogò. “Non eri voluto”, gli disse. “Eri un errore”, ma lei lo amava allo stesso modo dei suoi tre fratelli. “Credo che avesse questo nella sua anima e nel suo cuore e aveva bisogno di spiegarmi che non ero programmato, ero un incidente”, dice Giroud al Times. “Ci sono così tanti bambini nati in questo modo. Mia madre ha detto: ‘La tua forza mentale viene da lì, dalla mia pancia, perché ho lottato contro me stessa durante la gravidanza perché all’inizio non volevo averti’. Ho detto a mia madre: ‘Mamma, non penserò mai male di te. Ma penso che spieghi perché voglio sempre combattere ogni singolo momento’”. Un’intervista non “telefonata” su un tema che divide le coscienze. Nessuna rivendicazione politica né recriminazione contro le donne. Soltanto il racconto intimo di una gravidanza che poteva finire e che per fortuna non è stato così.