IN GERMANIA
Il (nuovo) modello Bayern Monaco contro i No vax
Niente sostenibilità tecnica o finanziaria, l'esempio questa volta è sanitario. Con l'epidemia che corre sempre più forte, il club bavarese taglia la stipendio a cinque calciatori non vaccinati e in quarantena: Kimmich, Musiala, Gnabry, Choupo-Moting e Cuisance
Il Bayern Monaco gioca d'anticipo, sulla federazione tedesca e sulla pandemia. Così il più importante tra i club della Germania ha deciso di tagliare lo stipendio ai suoi giocatori non vaccinati che finiranno, o sono finiti, in quarantena. Una misura che pare, agirà anche in maniera retroattiva. E che la squadra di Monaco faccia sul serio lo dimostra che a farne le spese per primo sia stato Joshua Kimmich, uno dei calciatori più importanti per il tecnico Julian Nagelsmann.
Il centrocampista, che aveva dichiarato nei giorni scorsi di non essere vaccinato “per ragioni personali”, è finito in isolamento per la seconda volta nel giro di poche settimane, dopo alcuni contatti sospetti con persone a lui vicine. In precedenza, invece era stata la positività di Niklas Süle, giocatore del Bayern, la causa della quarantena. La stessa sorte che era toccata anche Serge Gnabry, Jamal Musiala, Eric Maxim Choupo-Moting e Michael Cuisance che vedranno, come Kimmich, la loro busta paga decurtarsi.
Una scelta che i dirigenti hanno già comunicato ai calciatori, senza possibilità di appello, e che si inserisce in un quadro come quelle tedesco sempre più preoccupante sul fronte dei contagi, in continuo aumento, e in cui la percentuale dei vaccinati è stimata intorno al 70 per cento. Situazione che si fa ancora più allarmante in Baviera dove è stato adottato il modello 2g (guariti o vaccinati per accedere alla gran parte delle attività). Ed è destinata a fare scuola, o quantomeno ad aprire un nuovo dibattito.
Perché se è vero che la legge tedesca permetta questo tipo di scelta, parlando di assenza ingiustificata, resta il fatto che quella della squadra di Monaco sia la prima indicazione in questo senso, a livello calcistico. Riecco il tanto evocato modello Bayern, ma questa volta non si tratta di conti in regola, di sostenibilità tecnica o finanziaria: il nuovo esempio è sanitario. Anche questo un segno dei tempi, sempre che non s'offendano le aspirine di Leverkusen.