editoriali
Con la Juventus, la giustizia sportiva continua la farsa
Il patteggiamento tra il club bianconero e la Figc sul caso stipendi è la spia di un sistema da ribaltare
Qualcuno la chiama maximulta. Qualcun altro fa notare che Cristiano Ronaldo 718.240 euro li guadagnava in una settimana e quindi di maxi ci sarebbe soltanto l’ennesimo pasticcio di una giustizia sportiva che di giusto alla fine ha fatto una cosa soltanto: ha messo la parola fine a una vicenda che dovrà essere studiata in futuro come un esempio perfetto di cattiva gestione del calcio italiano. Il Tribunale federale, ieri, ha ratificato l’accordo già trovato fra la Juventus e la procura della Federazione italiana giuoco calcio, risolvendo il contenzioso con il club con una sanzione amministrativa per la società e gli imputati. La società bianconera fa notare che la cifra del patteggiamento può sembrare minima ma che in fin dei conti la squadra era già stata penalizzata di 10 punti (contabilizzati in un’ottantina di milioni persi per la mancata qualificazione in Champions che sul campo era arrivata).
L’impressione è che la giustizia sportiva, partita per dare una punizione esemplare alla Juve, si sia fermata una volta raggiunto il risultato di farla scivolare fuori dalla Champions evitando di proseguire fino a cacciarla come suggeriva qualche ultras in Serie B (chissà cosa penseranno al Chievo che per un caso di plusvalenze fittizie nel 2018 cominciò il suo inarrestabile tracollo).
L’ondata del giustizialismo a tutti i costi è finita prima di travolgere tutto lasciando sul bagnasciuga soprattutto un relitto, quello di una giustizia sportiva che una volta in più si è dimostrata inadeguata, scegliendo in modo sistematico di assecondare più il tribunale del popolo che lo stato di diritto. Chi finora non ha ancora patteggiato è Andrea Agnelli. L’ex presidente ha preferito stralciare la propria posizione per non essere di impedimento all’accordo della Juventus. “Credo sia il risultato più bello per il calcio italiano l’aver trovato un momento di serenità”, ha detto ieri il presidente federale Gravina. D’accordo per la serenità. Ma che la giustizia abbia funzionato resta un parere che non ha riscontri con la realtà.
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