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Foto Ansa
Editoriali
Suicidarsi a San Siro. Il Milan lascia lo stadio (che rischia di rimanere vuoto e senza squadre)
I rossoneri hanno presentato ufficialmente la proposta di variante per costruire l'impianto a San Donato Milanese. Un fallimento della giunta Sala, che ha ostacolato l'abbattimento e la riqualificazione del Meazza
Un cross “telefonato”, come dicevano i vecchi cronisti: la notizia che il Milan è pronto ad abbandonare lo storico stadio Meazza e andarsene via da Milano, era da tempo nota. Ma oggi la società rossonera ha presentato ufficialmente una “proposta di variante urbanistica per l’area denominata San Francesco” a San Donato Milanese, primo passo per un nuovo impianto di proprietà. Uno stadio all’avanguardia e la promessa di valorizzare l’intera area con interventi di urbanizzazione, collegamenti pubblici e percorsi di mobilità sostenibile.
Il nuovo complesso prevede anche un museo del club, un Milan store, uffici, un hotel, un distretto per l’intrattenimento, e un “energy center” per la produzione di energia sostenibile. Ricorda qualcosa? Certo. E’ in pratica lo stesso tipo di intervento che, previo abbattimento del Meazza, avrebbe trasformato e rifunzionalizzato l’intera area di San Siro, che versa in condizioni critiche e che il comune, senza il contributo economico dei due club, non è in grado di risolvere. Aver costretto, dopo quasi quattro anni di manfrine, le due squadre di Milano ad andarsene fuori dai confini cittadini, abbandonando a sé stesso uno stadio che secondo la Sovrintendenza non si può né abbattere né trasformare, è un gigantesco, pesantissimo errore della amministrazione di Beppe Sala. Martedì il suo assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi è giunto a scaricare la colpa del disastro sulla “sovrintendenza, che è diretta emanazione del governo”.
E’ falso e persino puerile, tutti sanno invece quanto tempo è stato perso senza coraggio di decidere, e a furia di inchini a stupidaggini nimby di ogni colore. La stessa strada del Milan la sta seguendo l’Inter, come noto. L’unica “salvezza” per il comune, al momento, è la complicata situazione societaria. Ieri sono tornate le voci di possibile vendita, ma se davvero dovessero arrivare nuovi ricchi padroni è difficile che rinuncino a un loro progetto. Milano con uno stadio vuoto e senza squadre è un disastro assoluto dell’amministrazione, che la città non merita.
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