Editoriali
L'inno di Israele potrebbe non risuonare alle Olimpiadi 2024 di Parigi
Una lettera di 26 deputati franesci al Cio chiede che gli atleti israeliani partecipino senza bandiera, da neutrali. Si tratterebbe di punire la guerra scatenata dopo il 7 ottobre con le stesse sanzioni inflitte a Russia e Bielorussia per aver invaso l'Ucraina tre anni fa
L’HaTikvah, l’inno nazionale israeliano, potrebbe non risuonare la prossima estate nel quadro delle Olimpiadi di Parigi, o quantomeno è ciò che vorrebbero ventisei deputati della sinistra radicale (La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon) e del partito ecologista (Europe Écologie les Verts) francesi. Questi ultimi, ieri, hanno inviato una lettera al Comitato olimpico internazionale (Cio), chiedendo che gli atleti israeliani partecipino ai Giochi olimpici di Parigi senza bandiera, da neutrali, per punire “i crimini di guerra” che Israele avrebbe commesso a Gaza dallo scorso 7 ottobre in avanti. Nel dettaglio, nella lettera inviata al presidente del Cio Thomas Bach, i deputati pretendono che “alle prossime Olimpiadi vengano applicate a Israele le stesse sanzioni previste per la Russia e la Bielorussia, lasciando aperta la possibilità di revocare tali sanzioni in caso di cessate il fuoco duraturo”. Il Cio ha già deciso che gli atleti russi e bielorussi gareggeranno sotto una bandiera neutrale a causa dell’invasione dell’Ucraina lanciata dalla Russia di Vladimir Putin due anni fa.
“Poiché questa decisione è stata presa dal vostro comitato, ci rivolgiamo a voi in nome di un altro principio, quello dell’equità”, hanno scritto i deputati delle sinistre mélenchonista ed ecologista, paragonando le perdite civili in Ucraina a quelle di Gaza. E ancora: “La Corte internazionale di giustizia ha peraltro lanciato l’allarme sulla gravità degli eventi in corso a Gaza”. Secondo i firmatari della lettera, “il dubbio non è più permesso”. “I civili colpiti a Gaza non sono i ‘danni collaterali’ di un’azione difensiva da parte di un paese vittima di un attacco terroristico lo scorso 7 ottobre”. Non sorprende che tale iniziativa sia stata promossa, tra gli altri, da François Ruffin, deputato vedette della France insoumise, ossia il partito che, dal 7 ottobre in poi, si è sempre rifiutato di qualificare Hamas come organizzazione terroristica, lasciando intendere che Israele se l’è cercata.