editoriali
Sopravvivere all'arresto cardiaco è anche un tema per la politica. Lezioni dal calcio
Il malore di Edoardo Bove in Fiorentina-Inter e l’importanza delle manovre salvavita in caso di arresto cardiocircolatorio
Edoardo Bove è cosciente, è stato estubato ed ha parlato con i medici. Una notizia attesa da tutti dal momento in cui lo si è visto accasciarsi sul campo privo di sensi durante Fiorentina-Inter. Il referto medico, al momento dell'ingresso in ospedale, parla di un arresto cardiaco dovuto ad una aritmia. Si sa che il ragazzo aveva livelli di potassio basso nel sangue ed era stato defibrillato in ambulanza. Esclusi possibili danni gravi al sistema circolatorio e al cervello. Sulle cause di quell’aritmia e sui bassi livelli di potassio, inutile al momento addentrarsi in ipotesi che lasciano il tempo che trovano, i prossimi esami daranno risposte più certe.
Ad oggi c’è una sola lezione che possiamo trarre da quanto accaduto: l’importanza delle manovre salvavita in caso di arresto cardiocircolatorio. Sul piano normativo l’Italia, grazie alla legge 116 approvata a fine luglio del 2021, è tra i paesi più avanzati d’Europa, almeno sulla carta. Con quella norma sono stati introdotti nuovi elementi per migliorare la risposta all’arresto cardiaco: la formazione a scuola, la sensibilizzazione dei cittadini, la tutela legale per il soccorritore occasionale che usa il Defibrillatore automatico esterno (Dae), la maggiore diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici, l’introduzione di mappe per geo-localizzarli, l’obbligo per il 112/118 di fornire al soccorritore occasionale le istruzioni per iniziare il massaggio cardiaco e usare il Dae prima dell’arrivo dell’ambulanza. Occorrerebbe fare il punto su quanto di questo ad oggi è stato di fatto realizzato. E questo perché insegnare le manovre salvavita triplica la sopravvivenza all’arresto cardiaco. A ribadirlo lo scorso ottobre sono state l’Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze (Anpas), Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Croce Rossa Italiana (Cri) e Italian Resuscitation Council (Irc) che hanno siglato un accordo nazionale per diffonderne il più possibile la conoscenza. In Giappone, Svezia e Danimarca, dove oltre il 30 per cento della popolazione conosce le manovre salvavita, la sopravvivenza all’arresto cardiaco è in forte crescita. Meglio concentrarsi su questo piuttosto che sulle consuete polemiche e dietrologie.
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