Sfida aperta a Google e Apple
Non avrai altro internet all'infuori di Facebook, dice Mark Zuckerberg
Roma. E’ iniziata una nuova guerra dentro al mondo del tech, e ieri Mark Zuckerberg ha fatto la prima mossa. A San Francisco, alla conferenza F8, riservata agli sviluppatori, il fondatore di Facebook ha annunciato che Messenger, l’app di messaggistica legata al social network, si trasformerà in una “piattaforma” che negli intenti di Zuckerberg dovrebbe consentirci di non lasciare mai il mondo di Facebook. Nel nuovo Messenger gli sviluppatori potranno integrare le proprie app, e si potrà non soltanto chattare, ma fare giochi online, consultare le news, parlare con il customer care delle aziende e (prossimamente, secondo i rumor) comprare biglietti per i trasporti e prenotare alberghi senza avere mai bisogno di lasciare la app principale. Tutto si terrà dentro al mondo ben conchiuso di Zuckerberg, e i servizi saranno così tanti che non sentiremo il bisogno di usare altro.
Piattaforma è una parola che ricorda un vecchio fallimento, quando nel 2007 Facebook cercò di integrare nuovi servizi con risultati deludenti. Allora il social network era usato da 24 milioni di persone. Oggi invece sono 1,4 miliardi, e il successo delle app di messaggistica è enorme, un mercato da oltre 3 miliardi di utenti che Facebook, con Messenger (500 milioni di utilizzatori) e WhatsApp (700 milioni) domina quasi per la metà. Il modello della piattaforma è già usato dalle app asiatiche WeChat e Line, ma il progetto di Mark Zuckerberg sembra più ambizioso, tanto che l’Economist (è stato il settimanale inglese, nella sua newsletter, a decretare l’inizio delle “messaging wars”) scrive che Facebook, con il suo Messenger trasformato nella grande porta di accesso al web, punta a fare un salto di qualità, e a diventare, da semplice app, da servizio tra i tanti che il web può offrire, un gestore di questi stessi servizi. Questo significa portare la guerra sul terreno dei sistemi operativi mobile, dominato da Google e Apple con Android e iOS. E’ dalle “browser war” degli anni Novanta, scrive l’Economist, che non si vedeva un attacco così ambizioso. Di questo disegno fanno parte anche i media. Facebook sta stringendo accordi per ospitare direttamente sulla sua piattaforma le notizie di alcuni dei maggiori organi d’informazione internazionali, tra cui il New York Times, il National Geographic, BuzzFeed. Non ospiterà più i semplici link, ma inizierà a riportare gli articoli per intero. I giornali avranno accesso alle lucrose risorse pubblicitarie del social network, mentre Facebook si trasformerà da semplice intermediario delle condivisioni a una piattaforma di contenuti – una piattaforma, appunto, da cui non c’è bisogno di uscire.
[**Video_box_2**]Con la conferenza di ieri, Zuckerberg ha reso ancora più chiaro che il suo obiettivo è rendere Facebook l’unica porta di accesso a internet, e fare del social network un sinonimo stesso del web. E’ lo stesso sogno che coltiva Google, e per questo ieri Zuckerberg ha annunciato una serie di colpi mirati contro Mountain View, nuove funzioni video, un servizio di analisi delle pagine web e un nuovo sistema di gestione della pubblicità online. Ma la piattaforma è la chiave di tutto. Per Facebook il dominio del web passa attraverso le interazioni sociali, e Google con i social network non ne ha ancora azzeccata una.