Il “potere incredibile” di Amazon e il segreto (appena svelato) del cloud
Roma. Netflix, Spotify, Instagram, Airbnb, Vine, Flipboard. I migliori servizi del web, le startup più innovative, hanno tutti una cosa in comune: funzionano grazie al servizio cloud di Amazon. Il gigante dell’ecommerce fondato da Jeff Bezos, oltre a essere il più grande negozio online in America e in Europa, gestisce e affitta i server su cui basano il loro business le compagnie digitali più innovative nate negli ultimi dieci anni. Quando si mette una foto su Instagram, è sui server di Amazon che viene caricata, e lo stesso vale per tutte le canzoni di Spotify che ascoltiamo, per le informazioni sulle case che mettiamo in affitto su Airbnb. Ma le vere dimensioni della “nuvola” di Amazon sono rimaste sconosciute fino a ieri (era giovedì sera in America), quando la compagnia ha rivelato per la prima volta, dopo quasi dieci anni di attività, il giro d’affari dei suoi “Amazon Web Services”, durante la presentazione ai mercati dei risultati economici del primo trimestre dell’anno.
Il primo numero snocciolato da Bezos agli investitori è notevole, ed è il valore complessivo del cloud di Amazon: 5,2 miliardi di dollari, più delle aspettative degli analisti. Ma più notevole ancora è il tasso di crescita del business. Mentre l’ecommerce sembra aver raggiunto un tetto di crescita, e si trova insidiato da giganti come Alibaba, il servizio cloud di Jeff Bezos cresce del 50 per cento all’anno, e Microsoft, il concorrente più agguerrito, è ridicolmente lontano dalle quote di mercato di Amazon, anche se il nuovo ceo, Satya Nadella, prima della nomina dirigeva il settore cloud, ha deciso di farne una “religione” e un obiettivo strategico, e investe uomini e miliardi di dollari per recuperare terreno. Google, il terzo contendente, ha iniziato l’anno scorso una guerra di prezzi che ha messo in difficoltà, ma non scalfito il dominio di Bezos. Così, quando si parla di cloud, Amazon è un gigante incontrastato, e mentre il business dell’ecommerce cresce sempre più a fatica, e si trova insidiato da concorrenti come la cinese Alibaba, Jeff Bezos ha annunciato che la crescita di Amazon web Services sta “accelerando”.
Secondo alcuni analisti per Amazon il business del cloud, per tassi di crescita e valore strategico, è importante tanto quanto quello dell’ecommerce, che pure è dieci volte più grande. Sull’Atlantic, Robinson Meyer ha definito il cloud di Amazon “il più importante pezzo di tecnologia del boom tecnologico recente” – e la parola boom è azzeccata nella settimana in cui il listino tecnologico della Borsa americana, il Nasdaq, supera il record storico del marzo 2000, prima dello scoppio della bolla della New economy. L’Atlantic parla del “potere incredibile” di Jeff Bezos, ed è facile capire perché. Le più importanti novità legate al web degli ultimi dieci anni si basano sul cloud, dai social network a Siri, l’assistente vocale di Apple, e secondo le previsioni il mercato continuerà a crescere indefinitamente. L’economia dei disruptor come Uber ha bisogno del cloud, e il settore dei wearable, i gadget indossabili come l’Apple Watch uscito ieri in America, funziona solo grazie al cloud. L’ipotesi più probabile per la costruzione di un’intelligenza artificiale si basa sull’uso delle informazioni raccolte nella nuvola, e anche la macchina che si guida da sola di Google, presentata da poco come prototipo funzionante, cammina grazie al cloud.
Amazon, si sa, è una compagnia di infrastrutture prima ancora che di servizi. Il segreto del suo ecommerce è la perfetta organizzazione della macchina logistica, e in questo Bezos ha un fiuto impareggiabile. Amazon ha iniziato a espandere la sua rete cloud almeno un lustro prima degli altri, quando tutti i concorrenti quasi non se ne occupavano, e oggi avere una posizione dominante nel settore significa gestire l’infrastruttura fondamentale di internet almeno per il prossimo decennio. Quello del cloud, tuttavia, è un settore molto dispendioso, in cui bisogna investire centinaia di milioni di dollari per costruire data center nel mondo e acquistare nuovi server. E Amazon, con il suo modello di business fatto di margini risicati e continui investimenti, ha le tasche meno profonde di molti dei suoi concorrenti. Il rischio, dicono gli analisti, è che possa perdere terreno, se la forza bruta dei dollari dovesse alla fine valere più dell’istinto geniale di Jeff Bezos.