Come vi sentite ora che i leaks di massa rivelano i vostri segreti a letto?
Roma. Quando sono iniziati gli attacchi hacker tra governi non abbiamo dato molto peso alla notizia. Quando sono stati colpiti i grandi retailer americani abbiamo pensato che le carte di credito rubate sarebbero state rimborsate. Quando Sony Pictures è stata sventrata dai pirati digitali abbiamo letto curiosi i gossip sui litigi tra dirigenti. Quando sono state trafugate le foto osé delle attrici di Hollywood un po’ ci abbiamo goduto. Ma dopo Ashley Madison i prossimi siamo noi.
L’attacco al sito americano di appuntamenti per adulteri, iniziato a metà luglio ma esploso in questi giorni, ha portato alla pubblicazione dei dati personali, delle email, dei numeri di carta di credito, delle coordinate gps e delle preferenze sessuali di circa 33 milioni di utenti che usavano Ashley Madison per organizzare scappatelle o instaurare relazioni extraconiugali. Al contrario di altri siti di appuntamenti, Ashley Madison era indirizzato in maniera specifica agli adulteri e a chi cercava un’avventura fuori dal matrimonio, e per questo la garanzia della più assoluta privacy era sbandierata ovunque sulla homepage del sito. Non tutte le relazioni illecite sono state consumate. Dei trenta milioni di utenti molti si saranno registrati per scherzo, e visto il rapporto sbilanciato tra iscritti maschi e femmine (una donna ogni sei uomini) molti aspiranti adulteri non saranno riusciti a raggiungere la meta, ma le conseguenze saranno ugualmente terribili.
Matrimoni in crisi, divorzi, licenziamenti e carriere rovinate, reputazioni distrutte. Circa 15 mila delle email pubblicate hanno un indirizzo riconducibile al governo americano (questo può significare scandali a Washington) e altre migliaia usano indirizzi dell’esercito: l’adulterio è un crimine per i soldati americani, che rischiano di essere cacciati con disonore e di perdere la pensione. C’è chi ipotizza gesti estremi quando qualche padre di famiglia si scoprirà sputtanato: alla fine di un articolo sullo scandalo l’Huffington Post America ha messo il numero di una hotline telefonica per la prevenzione del suicidio. Su internet gli utenti hanno già pubblicato due database in cui chiunque può cercare se è nell’elenco degli adulteri, e tutti stanno digitando freneticamente i dati del marito, del vicino di casa o del datore di lavoro per sapere se anche loro usavano Ashley Madison. E’ qui la novità. Quando i danni degli hacker riguardavano i governi o le corporation sembravano cose lontane, e anche quando sono stati violati servizi online più popolari la seccatura più grande si è limitata a dover cambiare qualche password. Ma per la prima volta in maniera così estesa, con Ashley Madison gli hacker hanno colpito persone normali, e non si sono limitati a rubare i dati della carta sconti del supermercato, ma hanno distrutto le vite di sposi e fidanzati – per altro senza fornire nessun movente.
[**Video_box_2**]Dopo i pesci grossi è arrivato il turno della gente comune, e non vale pensare che tanto io non sono iscritto a un sito per adulteri. Internet è pieno di informazioni personali che non vorremmo fossero rivelate ad amici e colleghi, e di altrettante che non sappiamo nemmeno di aver lasciato in giro. E Ashley Madison è l’esempio perfetto dell’hackeraggio totale, quello che non si limiterà ai database di enti governativi poco sconosciuti, ma coinvolge anche l’utente che fino a oggi ha pensato di scivolare tranquillo tra le pieghe dell’irrilevanza. Il mondo che ci aspetta, invece, è quello in cui ogni nostro segreto potrà diventare pubblico. Prepariamoci, e occhio a dove mettiamo l’email.
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