Quanto è famelico Axel Springer
Voleva tanto il Financial Times, Axel Springer, ma poi sono arrivati i giapponesi e i suoi sogni color salmone sono stati affossati. Ma l’editore tedesco – a capo di un impero che, tra le altre cose, pubblica la popolarissima Bild, e che, tra le altre cose, detiene il 50 per cento di Politico Europe – si sta rimettendo dallo choc e pianifica di comprare Business Insider, che è uno dei siti di news con i trend di crescita più rapidi che ci siano. Springer detiene già il 10 per cento della compagnia, ma con un investimento di 500 milioni di euro, scrive la Reuters, potrebbe ottenerne il controllo, entrando così in uno dei club più esclusivi ed effervescenti della scena editorial-digitale mondiale: quello in cui le star sono BuzzFeed, Vox e Vice (BuzzFeed è di gran lunga avanti, e sembra non smettere mai di correre, ieri l’edizione britannica ha annunciato una nuova tornata di assunzioni, dopo aver conquistato come vicedirettore una risorsa del Guardian, e questo nella lotta tra carta, integrazione, digital only significa tantissimo).
Secondo alcuni osservatori, Business Insider è un premio di consolazione nemmeno troppo soddisfacente, ma a parte le ovvie considerazioni di prestigio e di potere, è sempre più chiaro che Springer vuole diventare l’editore più influente del continente europeo. Fa incetta di acquisizioni sul mercato tedesco e si allunga sempre di più sui media di lingua inglese, con incursioni anche oltreoceano, con l’obiettivo preciso di contrastare l’avanzata dei due big player che più spaventano gli editori tradizionali (per quanto illuminati): Google e Amazon. Contro di loro serve la frenetica attività di lobby a Bruxelles, ma anche essere piuttosto grossi.