Perché Google e Glaxo si alleano per sviluppare l'elettro-medicina
Roma. “Si-può-fare!!!”, esclamava il giovane Frankenstein di Mel Brooks nel vedere risuscitare “la creatura” grazie a potentissime scariche elettriche nel cervello. Certamente Google e Glaxo non hanno lo stesso intento. Ma non per questo l’alleanza tra un’azienda figlia di Alphabet, la conglomerata di Google, e la GlaxoSmithKline è meno rilevante di una grande scoperta scientifica. Il colosso farmaceutico inglese e Verily Life di Google hanno voluto creare la Galvani Bioelectronics, società completamente dedicata alla medicina bioelettronica che appunto il medico bolognese Luigi Galvani (1737-1798) cominciò a esplorare per primo usando le rane come cavie. L’intesa è singolare perché sancisce un connubio inedito tra un colosso hi-tech e un big pharma.
Economia reale e “virtuale” s’incontrano: Glaxo mette l’esperienza nel settore medico, Google nella miniaturizzazione. L’obiettivo della joint venture da 714 milioni di dollari è accelerare il processo di ricerca nella cura delle malattie croniche (diabete, asma, problemi di pressione, artrosi) sviluppando entro sette anni dei piccoli impianti elettrici, più piccoli di un granello di riso, capaci di modificare gli impulsi che attraversano il sistema nervoso. “Possiamo sviluppare medicine innovative che parlano il linguaggio elettrico del corpo”, ha detto Moncef Slaoui, presidente del settore vaccini di Glaxo. Il centro di ricerca della Galvani, che inizialmente impiegherà 30 ricercatori, sarà a Stevenage nel Regno Unito – in barba ai timori post Brexit – mentre a San Francisco (California) sorgerà un secondo centro.