Mister Kindle rilancia la carta
Il cambio di strategia di Amazon sui libri che fa felici editori e lettori
Quando dieci anni fa il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, lanciò la rivoluzione dei libri elettronici mettendo in vendita il Kindle sapeva bene che “il libro è un oggetto talmente evoluto che sarà difficile da rimpiazzare”. Il tempo gli ha dato ragione, se è vero che in tutto il mondo da mesi si assiste a un ritorno dei libri cartacei e, a parte una breve parentesi di infatuazione, gli ebook non sono riusciti mai a cambiare il mercato, rappresentandone anzi sempre una quota molto minoritaria. La catena britannica di librerie Waterstones è tornata a fare utili nel 2016 dopo sei anni di perdite. Le vendite di libri di carta negli Stati Uniti sono aumentate del 3 per cento, e in generale la tecnologia digitale non ha rivoluzionato l’editoria come ha fatto con la musica, la televisione e le notizie: ci piace ancora sfogliare le pagine dei libri.
A differenza di quello che potrebbe sembrare, però, anche questa è una vittoria del modello Amazon. Dopo avere tentato di convincere gli editori a fissare il prezzo delle copie digitali a 9,99 dollari, Jeff Bezos ha rinunciato, osservando la preferenza dei lettori per i supporti cartacei. E poiché la gente compra di più se i prezzi sono bassi, ha cominciato a favorire la carta stampata aumentando gli sconti su tascabili e copertine rigide e diminuendoli sugli ebook. Dopo anni di battaglie legali con i più grandi editori americani, Bezos ha cambiato strategia assecondando la preferenza per la carta dei lettori e di fatto rilanciando il settore: il modo migliore per far finire una lite, e senza avvocati. E fare contenti tutti: Amazon, gli editori, gli scrittori e soprattutto i lettori.