In Cina il riconoscimento facciale di massa è realtà
Ospedali, banche, compagnie aeree, persino bagni pubblici. Una tecnologia resa possibile soprattutto con finalità commerciali dai colossi cinesi come Alibaba o Baidu
"Lo abbiamo già ripetuto in tutte le salse: nel campo dell'intelligenza artificiale, la Cina ci sta superando. La cosa ci fa paura, perché l'AI plasmerà il mondo nei prossimi decenni, ma forse, più che temere la ricerca cinese, è ora di iniziare a copiarla", scriveva Eugenio Cau nella sua newsletter Silicio del 13 ottobre scorso (se non vi siete ancora iscritti potete rimediare, qui).
E nonostante possa somigliare a qualche film fantascientifico e scatenare timori distopici, anche il settore della video-sorveglianza ha fatto passi da gigante nella Terra del dragone: se le telecamere di sorveglianza in Cina sono ormai onnipresenti, almeno 176 milioni su tutto il territorio, le tecnologie di riconoscimento facciale oggi sono sempre più avanzate.
A Shanghai, uno degli utilizzi più innovativi è quello sui passaggi pedonali: il volto di chi cammina fuori dalle strisce in alcuni incroci appare su schermi pubblici, come forma di pubblica censura (oltre al pagamento di una multa). Nei bagni del Tempio del Cielo, complesso religioso a Pechino, serve a evitare furti di carta igienica. Chi si presenta più d'una volta al distributore automatico viene cortesemente invitato a "riprovare più tardi". E addirittura alcune banche hanno equipaggiato i bancomat con questa tecnologia, forse destinata a sostituire le carte bancarie, mentre qualche compagnia aerea la usa per l'imbarco al posto dei boarding pass. Gli esperti sottolineano come il riconoscimento facciale sia stato promosso e reso possibile soprattutto con finalità commerciali dai colossi cinesi della tecnologia, come Alibaba o Baidu.
Liu Chen, capo di un pronto soccorso di Shanghai, spiega in questo servizio a cura di Askanews che "nel nostro lavoro abbiamo a che fare a volte con persone la cui identità non è chiara quando arrivano, ma abbiamo l'impressione di averli già visti. Se non sono in grado di dirci chi sono, possiamo comparare le loro immagini con quelle già in nostro possesso. Per esempio possiamo aiutare le persone più in fretta anche a ritrovare i loro parenti".