L'app per rimorchiare è il segno che ormai Facebook è “un paese per vecchi"
Il social network ha annunciato che lancerà il suo Tinder. Ma puntare sul dating vuol dire investire su uomini e donne tra i 40 e i 50 anni di età, ossia la fascia più ampia di persone che si rivolge a questo genere di servizi
In quella che è la serie di conferenze che ogni anno Facebook organizza per confrontarsi con gli sviluppatori e gli ideatori di app e servizi (F8), Mark Zuckerberg ha annunciato che il social network sta lavorando per creare un'applicazione che possa permettere alla gente di conoscersi online e, qualora le cose dovessero funzionare sulla piattaforma, che possa facilitare l’inizio di una relazione sentimentale. Insomma un Tinder fatto in casa per "creare relazioni vere e nel lungo periodo, non per incontri occasionali" ha detto il fondatore, in pratica il tentativo di attribuire ai social network, una volta per tutte, le funzioni di Cupido. Perché per usare il nuovo sistema non sarà necessario scaricare un’applicazione a parte, tutto sarà integrato direttamente all’interno di Facebook: un altro modo per non aver altro mondo all'infuori di Facebook, per condividere tutto all'interno del social, anche la possibilità di rimorchiare.
Non c'è nulla di rivoluzionario nell'innovazione annunciata da Zuckerberg, nulla che non si sia già visto, anzi, ma la nuova funzione per il dating evidenzia come a Menlo Park siano ormai sicuri che la partita per attirare sulla piattaforma i giovani, se non persa, sia quantomeno difficile da vincere. E allora tanto vale puntare sulla platea di iscritti che si ha, tenersela ancora più stretta. Perché puntare sul dating vuol dire, almeno secondo i dati raccolti da Dan Slater, ex giornalista del Wall Street Journal, puntare su uomini e donne tra i 40 e i 50 anni di età, ossia la fascia più ampia di persone che si rivolge a questo genere di servizi. Come rileva Slater nel suo libro "Love in the Time of Algorithms: What Technology Does to Meeting and Mating", "non è su Tinder o app analoghe che gli adolescenti e i post adolescenti ricercano persone da conoscere, sia personalmente che sessualmente. E' nelle chat di altri social, soprattutto Instagram, che si inizia l'approccio". Soprattutto perché, come rileva un'indagine di Vice sul sesso tra gli adolescenti, è diffusa la credenza che "Tinder sia qualcosa da sfigati".
D'altra parte i dati che Facebook ha in mano parlano chiaro. Secondo quanto rilevato da diverse società specializzate, la presenza sul social di Zuckerberg di ragazzi e ragazze tra i 12 e 17 anni è diminuita del 9,9 per cento nel corso del 2017: circa 1,4 milioni in meno rispetto al 2016. E le stime per i prossimi anni evidenziano come lo scollamento tra i più giovani e Facebook aumenterà. Secondo la società di misurazione del mercato digitale eMarketer nel 2018 Menlo Park dovrebbe perdere circa 2,1 milioni di utenti, solo negli Stati Uniti, di età inferiore ai 25 anni. Un addio che preoccupa i vertici della società, che cerca quindi di attirare quella parte, non trascurabile, di pubblico che su Facebook ancora si muove e che proprio al social network affida parte della sua vita.
L'annuncio della nuova opzione per gli incontri, che è ancora in fase di perfezionamento e sarà illustrata più estesamente nei prossimi mesi, ha messo in allarme gli investitori di Match Group, una delle più grandi aziende al mondo attive nel settore del dating (proprietaria di alcune app molto conosciute come Tinder e OkCupid). Le azioni della società hanno perso più del 17 per cento del loro valore in Borsa dopo le parole di Zuckerberg. E secondo diversi analisti americani, le novità presentate all'F8, potrebbe avere importanti conseguenze per le app che offrono già servizi di questo tipo: secondo le loro analisi infatti l'ingresso di Facebook in un settore utilizzato prevalentemente da ultratrentenni, già utilizzatori del social, potrebbe far preferire Facebook alle altre app, perché l'utilizzo preferenziale di un solo social è una delle caratteristiche principale di quella fascia di utenti.
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