Il caso dei millennial che non sanno usare una tastiera
In Giappone molti giovani hanno difficoltà con i computer perché sono cresciuti con gli smartphone
“I giovani non sanno usare una tastiera perché non scrivono più sul computer”, scrive Toshihiko Katsuda sul quotidiano giapponese The Asahi Shinbun. Secondo Katsuda, la spiegazione è chiara: gli smartphone sono diventati più diffusi, e un numero crescente di giovani non ha mai messo le mani su un computer. Mashiko Ishii, che insegna un corso di iniziazione ai nuovi arrivati alla compagnia giapponese Uchida Human Development, è rimasto stupito perché gran parte dei suoi allievi non sanno usare un computer. Molti degli insegnanti che lavorano con Ishii iniziano il loro corso spiegando l'abc su come usare una tastiera. Ishii ha detto all'Asahi Shinbun: “Dobbiamo partire dalle basi prima di iniziare le lezioni”.
Yoshiaki Hashimoto, professore di Psicologia sociale presso l'Università di Tokyo, teme che stia nascendo “una nuova divisione digitale”. Secondo un'analisi del ministero dell'Interno e della Comunicazione, l'uso di internet sugli smartphone e i dispositivi mobili in Giappone è più dell'80 per cento nella fascia d'eta dai dieci ai diciannove anni (dati 2012-2016), ma la proporzione di chi usa i computer tra i millennial è diminuita dal 75 al 56 per cento nella stesso periodo.
La “divisione digitale” solitamente si riferisce alle persone anziane che non sanno usare i dispositivi digitali. Secondo Hashimoto, solo il 60 per cento dei sessantenni riesce ad accedere a un sito internet. Inoltre, molte persone anziane sanno mandare mail e messaggi sullo smartphone ma non riescono a raccogliere informazioni su internet. Tuttavia, questo fenomeno sta iniziando a interessare anche i giovani. La maggior parte dei giovani riesce a fare i compiti di scuola sullo smartphone, ma non ha le competenze base per usare il computer sul posto di lavoro. Conclude Katsuda: “L'arrivo del digitale ha reso la nostra vita più semplice, ma rimangono delle debolezze nel nostro sistema e i benefici non vengono condivisi da tutti”.