Mettere fretta a Zuckerberg
Facebook ha presentato i conti del trimestre e i risultati sono in chiaroscuro. Se vuole diventare un social network responsabile: si sbrighi
Facebook ha presentato mercoledì la sua ultima trimestrale, e i risultati sono in chiaroscuro. Le entrate, che ammontano a 13,73 miliardi di dollari, sono state inferiori alle attese dei mercati, mentre i guadagni sono cresciuti più delle aspettative. Il numero di nuovi iscritti è stagnante (negli Stati Uniti) o in calo (in Europa). Nonostante i dati deludenti il titolo dell’azienda ha tenuto in Borsa, e anzi è andato piuttosto bene, soprattutto perché gli azionisti hanno tirato un sospiro di sollievo quando è stato evitato un altro crollo verticale come quello di luglio. Anche così, tuttavia, Facebook si è sentito in dovere di dare una giustificazione dei cattivi risultati che, dice l’azienda, peggioreranno nei prossimi mesi: stiamo cambiando, stiamo diventando migliori e più responsabili, attenti alla sicurezza e a evitare che si ripetano i disastri degli ultimi anni, come Cambridge Analytica, la cattiva gestione della propaganda d’odio in Myanmar e in India, gli scandali delle notizie false, e infine i troppi episodi di radicalizzazione online che hanno avuto Facebook (e non solo) tra i protagonisti. Stiamo rivendendo il nostro corebusiness, dice Facebook, investiremo cifre impressionanti nella sicurezza e nel controllo dei contenuti, presto potrete tornare a fidarvi di noi.
Ora, l’intento di Facebook è encomiabile e giusto, da incoraggiare, e tifiamo affinché riesca. Ma non è la prima volta che Facebook ci racconta che vuole cambiare. E’ da almeno un anno che Mark Zuckerberg promette una grande transizione, ed è da almeno un anno che gli scandali non diminuiscono, anzi: la sfiducia nei confronti del social network sembra destinata ad aumentare, se per esempio Alex Stamos, l’ex capo della sicurezza dell’azienda, ha detto che il social network non ha fatto abbastanza per evitare le interferenze straniere nelle elezioni di midterm, e che ormai è troppo tardi per rimediare. Se Facebook ha davvero intenzioni di riforma farebbe bene a fare in fretta.