Una rete unica per fregarvi tutti
Il M5s voleva internet gratis per diritto, lo renderà più costoso per decreto
L’idea di avere internet “libero e gratuito per diritto di nascita in tutta Italia” è stato un cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle. Tuttavia non solo in una metropoli come Roma, il sindaco Virginia Raggi, in due anni e mezzo di mandato, non ha ancora dotato di wi-fi-dalla-culla-alla-tomba i romani né la rete di hotspot free si può dire funzionante. Adesso il M5s vorrebbe riuscire a creare una rete di telecomunicazioni unica per legge, attraverso il “decreto semplificazioni”, e spingere così Telecom Italia a scorporare la rete telefonica per unirla all’operatore pubblico Open Fiber sotto il controllo di Cassa depositi e prestiti. Si parla della creazione di una compagnia della rete detta Netco, introducendo il Rab (base patrimoniale regolamentare) per quello che sarà il valore del nuovo monopolio, al posto dell’attuale competizione fra Tim e Open Fiber. I sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Stefano Buffagni del M5s, e Giancarlo Giorgetti della Lega, sarebbero concordi sull’idea di una società della rete. Open Fiber e Cassa depositi e prestiti, che detiene anche una partecipazione del 5 per cento in Tim, spingono nella stessa direzione. Al di là delle divergenze, il risultato dello scorporo della rete Tim con la conseguente creazione di un monopolista di stato avrebbe degli effetti da valutare sia su Tim sia sugli utenti. L’azienda vive uno psicodramma da quando il cda è cambiato dopo l’ingresso del fondo Elliott, con Cdp entrata a rimorchio, tra risultati operativi in calo, governance bloccata, promesse di vendita di asset (come Sparkle) alle quali il mercato non crede. Il passaggio a un monopolista pubblico potrebbe avere un senso solo a condizione che Cdp aiuti Telecom a fare quello che Telecom non è mai riuscita a fare, ovvero scorporare la rete, creare un unico soggetto con Open Fiber e quotare sul mercato quella rete. L’effetto oggi rischia di essere diverso: fare aumentare i prezzi di affitto della rete per gli operatori che scaricherebbero il costo sulla clientela: a quel punto sarebbe difficile per il M5s dire di avere dato internet gratis per diritto agli italiani. L’avrebbe reso più costoso, per decreto.