La bolla di Facebook non scoppia
Nonostante gli scandali, i risultati economici del social network sono da sogno
Di recente alcuni giornalisti americani (su BuzzFeed e su TechRepublic) si sono divertiti a elencare uno a uno tutti gli scandali che hanno coinvolto Facebook nel 2018. Sono di solito tre-quattro al mese, con punte di maggiore frequenza, per cui possiamo dire che in media nel 2018 c’è stato uno scandalo alla settimana che ha riguardato Facebook. Questioni anche piuttosto gravi, come grosse violazioni della privacy degli utenti, falle gravi della sicurezza che hanno portato alla pubblicazione di dati riservati, fughe di informazioni che hanno dimostrato lo scarso interesse della dirigenza del social network per il benessere degli utenti. Si è passati al 2019 e gli scandali sono continuati a pieno ritmo. Questa settimana è uscita la notizia che Facebook ingannava Apple per installare sugli iPhone delle app semiclandestine con cui controllava il comportamento di ragazzi e teenager dietro pagamento di 20 dollari al mese. La settimana scorsa è stato rivelato che Facebook era a conoscenza del fatto che molti bambini senza saperlo spendessero migliaia di dollari dei genitori in videogiochi ospitati sulla sua piattaforma, e che anziché prendere misure per proteggere i piccoli abbia chiuso un occhio davanti al problema, anzi: i dipendenti dell’azienda chiamavano questi bambini “whales”, come al casinò si chiamano i grandi giocatori. Ce ne sarebbe abbastanza per generare una gravissima crisi dell’azienda, no? Tutto il contrario. Oggi Facebook ha presentato la sua trimestrale e ha registrato numeri da urlo: entrate in crescita del 30 per cento, profitti record, utenti in crescita del 9 per cento anche in zone del mondo dove fino a pochi mesi fa sembrava che le nuove iscrizioni si fossero fermate. E’ come una bolla che continua a gonfiarsi e non scoppia mai: Facebook fa di tutto per perdere la fiducia dei suoi utenti, ma loro continuano ad accordargliela.