Cosa vuol dire un mondo diviso dal 5G
La luna di miele della Cina con la Russia. Obiettivo? Un’alleanza tech
Non siamo amici della Russia perché ci conviene, ma proprio perché abbiamo “interessi comuni e complementari”. L’editoriale del Global Times, magazine di proprietà del Partito comunista cinese pubblicato in lingua inglese, toglie ogni dubbio sull’amore che c’è tra Pechino e Mosca. Il presidente cinese Xi Jinping è andato a trovare il suo omologo russo Vladimir Putin al Forum economico di San Pietroburgo, e ha portato in dote non solo due pucciosissimi panda (in nome della vecchia tradizione della panda diplomacy) ma anche la tecnologia Huawei, e un’intesa che permetterà al colosso delle telecomunicazioni cinese di costruire l’infrastruttura 5G in Russia. E insomma il Global Times dice che Russia e Cina non vogliono un’alleanza per “unire le forze contro gli Stati Uniti”, ma tutto quello che si vede da fuori sembra proprio il contrario: ieri la Cnn titolava con “Il mondo diviso dal 5G”.
Da quando l’Amministrazione Trump ha vietato alle aziende americane di usare tecnologie Huawei, il rapporto tra Washington e Pechino si è fatto più complicato, e le prime conseguenze concrete iniziano a vedersi: dopo i problemi con Google, Facebook non preinstallerà le proprie app sugli smartphone Huawei. Mentre si aspetta la decisione della corte federale del Texas sulla causa intentata dall’azienda di Shenzhen, Pechino vorrebbe far passare in occidente il messaggio che il business fuori dai confini americani va alla grande. A sorpresa e prima del previsto, il ministero dell’Industria e della Tecnologia di Pechino ha rilasciato le prime licenze del 5G per uso commerciale (a China Mobile, China Telecom, China Unicom), e in un comunicato fa sapere che “come sempre, la Cina invita le imprese straniere a partecipare attivamente alla costruzione, all’applicazione e alla promozione della rete 5G e a condividere i dividendi per lo sviluppo del settore”.
In questa contesa, l’ago della bilancia potrebbe essere ancora una volta l’Europa, e una eventuale politica comunitaria, pragmatica e di equidistanza da America e Cina, perché presto o tardi verrà il momento in cui bisognerà scegliere da che parte stare.