L'annuncio
Musk annuncia le dimissioni da Ceo di Twitter. E cerca un "folle" che prenda il suo posto
Dopo il sondaggio in cui gli utenti lo invitavano a lasciare, il proprietario della piattaforma dice che farà un passo indietro non appena troverà un sostituto: "Gestirò solo i team software e server". L'ennesimo ribaltone di una saga che va avati da mesi
L'annuncio, come ormai da classico copione, è arrivato via Twitter, il suo social: "Mi dimetterò da CEO non appena troverò qualcuno così folle da accettare il lavoro! Dopodiché, gestirò solo i team software e server", ha scritto Elon Musk durante la notte italiana. Quanto di vero ci sia nell'ennesimo ribaltone lo si vedrà presto, ma intanto il proprietario della piattaforma ha inaugurato un nuovo filone delle sue peripezie.
La decisione segue di un paio di giorni l'esito di un sondaggio, lanciato dallo stesso Musk, sempre a suon di cinguettii, in cui interrogava gli utenti: "Dovrei dimettermi da capo di Twitter? Mi atterrò ai risultati di questo sondaggio". Il 57,2 per cento dei partecipanti ha risposto sì, su un totale - secondo quanto dice lo stesso social network - di oltre 17 milioni di voti.
E' l'ennesimo episodio dell'altalenante saga di Elon Musk, dopo mesi di trattative, retromarce e schermaglie legali, prima dell'ennesimo ripensamento che l'ha portato a diventare a fine ottobre ufficialmente proprietario di Twitter. In quell'occasione furono allontanati alcuni dei vertici della compagnia, Oggi invece, come riportano indiscrezioni del Financial Times, il ruolo di Ceo potrebbe finire nelle mani di Sheryl Sandberg, ex direttrice operativa di Meta, con cui l'azienda ha ampliato fortemente la quota relativa alla pubblicità digitale. Un altro nome che gira è quello di Sarah Friar, ceo di Nextdoor, un'altra piattaforma americana.
Nel frattempo, passata la querelle sui profili verificati e sulle spunte blu, continua il dibattito sulla libertà d'espressione su Twitter (ed è una discussione che riguarda anche l'Unione europea), dopo che lo stesso Musk aveva bloccato l'account di un utente che tracciava i suoi spostamenti in aereo. In un'altra occasione, il fondatore di Tesla si era scagliato invece contro Anthony Fauci, chiedendone per via digitale l'incriminazione, in quanto avrebbe in maniera criminale influenzato il governo americano nell'adozione di misure di contrasto alla pandemia. Misure che Musk non considerava evidemente necessarie.
Ma non è tutto. Perché le critiche rispetto al nuovo corso di Twitter sono arrivare anche dall'Ucraina. Mykhailo Podolyak, uno dei consiglieri di Zelensky, aveva detto settimana scorsa che “War in Ukraine” è scomparso dai trend e che c’è stato “un radicale ridimensionamento della copertura dell’aggressione russa”. In precedenza Musk si era anche speso per un presunto piano di pace che in molti tratti sembrava ricalcare la vulgata del Cremlino. Una polemica, quella tra Kyiv e Musk, che va avanti ormai da tempo e si lega anche a Starlink, il sistema satellitare che nelle prime fasi della guerra in Ucraina si è rivelato indispensabile per le le tecomunicazioni ucraine. E continua a esserlo tutt'oggi per garantire un efficace coordinamento delle truppe sul campo di battaglia. L'uomo più ricco del mondo aveva detto infatti di non potersi più permettere di pagare quei satelliti, chiedendo per questo milioni di dollari al Pentagono.