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editoriali

La doccia fredda di Zuckerberg

Redazione

Prima di guadagnare con le intelligenze artificiali ci vorrà molto tempo (e soldi) 

Questa settimana Meta, il gruppo che comprende Facebook, Instagram e WhatsApp, ha perso in poche ore circa il 10 per cento del suo valore in Borsa, pari a circa 130 miliardi di dollari, dopo aver registrato entrate inferiori alle aspettative. Parlando agli azionisti, l’amministratore delegato Mark Zuckerberg ha commentato gli enormi investimenti in corso su diversi settori, tra tutti il mai dimenticato metaverso e le intelligenze artificiali. Ma si è concentrato soprattutto su queste ultime, grande ossessione odierna, sottolineando l’importanza del fattore tempo, spesso dimenticato a causa dell’enorme hype che coinvolge il settore. Prima che Meta riesca a fare soldi con le intellegenze artificiali generative  “ci vorranno parecchi anni”, ha detto Zuckerberg, durante i quali la società dovrà continuare a investire decine, se non addirittura centinaia, di miliardi di dollari, così come dovrà fare la concorrenza, da Microsoft a Google. Per entrare e operare nel campo delle intelligenze artificali generative, insomma, gli investimenti tecnologici, specie per quanto riguarda le infrastrutture tecnologiche, sono enormi, poco remunerativi e sembrano essere fatti per favorire chi è già in una posizione di rilievo. E rischia di diventarlo sempre di più.

Le parole di Zuckerberg sono state una doccia fredda per la concorrenza “indie”, che si accompagna alle prime delusioni legate a dispositivi come Humane Pin Ai e Rabbit R. Gadget piccoli e simpatici, pensati per sfruttare le intelligenze artificiali e “superare” quindi lo smartphone, ma che non hanno per niente convinto né i recensori né i loro primi utenti, che li hanno definiti ancora crudi, con poche applicazioni concrete e limiti tecnologici. Tempi sempre più difficili per il mito delle startup nate in un garage: ora servono soldi, e tanti.

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