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La prima missione

SpaceX lancia Polaris Dawn, sognando la prima passeggiata spaziale privata

Riccardo Carlino

È ufficialmente in orbita la navetta che ospita i primi quattro civili, astronauti non professionisti, pronti a dare il via al business del turismo spaziale commerciale: un settore su cui Musk guarda da anni, ma che nasconde numerose insidie ancora tutte da scoprire

Polaris Dawn (tradotto: Alba polare) è il nome della missione con cui SpaceX spera di inaugurare la prima passeggiata spaziale compiuta da civili della storia. Il lancio ufficiale sarebbe dovuto essere il 26 agosto scorso, ma gli slittamenti continui per via delle precarie condizioni meteo hanno portato il team di Elon Musk a lanciare il razzo Falcon 9 il 10 settembre alle 11.23 (ora italiana) dalla piattaforma 39A del Kennedy Space Center, in Florida. In ritardo di due ore rispetto all’orario programmato, a causa ancora una volta del maltempo.
 


L’evento è stato seguito e commentato in diretta dall’account X della società texana, che pochi minuti dopo il decollo ha annunciato la separazione del razzo propulsore dalla navicella spaziale Crew Dragon: "Polaris Dawn, vola libera verso l’alba", ha esclamato il commentatore durante la livestream.  Poco prima sull'account era stata postata una foto dei quattro neo-astronauti sorridenti. All’interno della luminosa cabina del Dragon, l’equipaggio indossa nuove tute spaziali pressurizzate progettate da SpaceX per le attività extra-veicolari della missione, ossia le vere passeggiate spaziali nel vuoto.

 


Nonostante l’ambizione sia quella di portare cittadini comuni nello spazio, i quattro passeggeri a bordo (due in meno rispetto alla capienza dichiarata da SpaceX) risultano estremamente qualificati: Scott Poteet, il pilota, è un tenente colonnello dell’aeronautica degli Stati Uniti in pensione; con lui ci sono due specialiste di missione, Sarah Gillis (già responsabile della supervisione del programma di addestramento degli astronauti di Musk) e Anna Menon, in funzione anche di medico di bordo, che per SpaceX ha gestito lo sviluppo delle varie missioni precedenti come direttrice di missione da terra. Mentre per loro è la prima missione ufficiale nello spazio, il comandante Jared Isaacman ha già raggiunto l’orbita bassa terrestre il 16 settembre 2021, a bordo dello stesso vettore, durante la missione Inspiration4, il primo volo spaziale interamente civile. Da sempre appassionato di aviazione, il 41enne del New Jersey è diventato miliardario fondando Shift4 Payments, società fornitrice di servizi di elaborazione di pagamenti digitali che vanta più di 260 miliardi di dollari di transazioni in numerosi ristoranti e hotel statunitensi. Come per la missione di tre anni fa, anche la Polaris Dawn risulta completamente autofinanziata da Isaacman (a una cifra ancora ignota). Ma è solamente il primo dei tre voli spaziali commissionati nel 2022 e operati da SpaceX, nell'ambito dell'ambizioso "programma Polaris".
 

     

La durata della missione è di cinque giorni, durante i quali la navetta dovrà raggiungere un’orbita di 1.200 chilometri lungo una traiettoria studiata per evitare ogni possibile impatto con detriti orbitali. Fra gli ambiziosi obiettivi prestabiliti ci sarebbe quello di alzare la quota della navicella fino a 1.400 chilometri e rimanerci per 10 ore, superando il record di 1.369 stabilito nel 1966 durante la missione Gemini 11.
 

 

Il Polaris Dawn rappresenta anche l’occasione di testare nello spazio le comunicazioni laser di Starlink, altra società con cui Musk ha riempito il cielo di migliaia satelliti orbitanti per estendere l’accesso a internet satellitare a livello globale. E ora, forse, anche spaziale. Con le dita incrociate e lo sguardo puntato a Marte, che l’imprenditore sudafricano punta a colonizzare entro i prossimi 20 anni. Il successo della missione permetterebbe di accelerare il percorso verso il turismo spaziale commerciale, business che Elon Musk ha in mente già da tempo, ma anche di compiere progressi sul lato della ricerca, raccogliendo dati su come le radiazioni influenzino il corpo umano, e sperimentando in maniera diretta quanto le persone riescano ad affrontare il problema della decompressione durante una passeggiata spaziale. Difficoltà che gli astronauti professionisti puntano a evitare attraverso mesi di intensi allenamenti e che, per passeggeri civili e non addestrati, potrebbe comportare gravi rischi.

 

     

"La Nasa ha fatto passeggiate spaziali per così tanto tempo e c'è tanta conoscenza acquisita attraverso il processo, intendiamo davvero sfruttarla", ha affermato Gillis al Washington Post due anni fa, mostrando grande fiducia nei confronti della missione in cui è coinvolta di persona: "Dopo averlo visto in prima persona, credo davvero, davvero nei processi di SpaceX e nella verifica, nel processo di test e nell'aspetto davvero scrupoloso che adottano in assolutamente tutto”.

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