Editoriali
Bene il caffè di Meloni con il n°1 di Blackrock, ma sull'IA non tornano i numeri
La premier incontra Larry Fink, trattano per far nascere in Italia grandi centri di gestione dati e dotarli delle infrastrutture di produzione e distribuzione di energia di cui hanno bisogno. L'altra intelligenza che manca al paese
La trasparenza è apprezzabile e lo anche quel po' di spavalderia che ci vuole per lanciare investimenti giganteschi. La Giorgia Meloni di opposizione, ma questa ormai è una storia un po' invecchiata, avrebbe fatto la faccia feroce sapendo che Larry Fink, il capo del potente investitore BlackRock, era a Palazzo Chigi a trattare le operazioni per far nascere in Italia grandi certi di gestione dati e dotarli delle infrastrutture di produzione e distribuzione di energia di cui hanno bisogno, cosa che è successa ieri. Governare aguzza l'ingegno e sfronda i luoghi comuni.
I grandi centri di conservazione e gestione di dati sono necessari, richiesti dal mercato, redditizi. L'Italia ha spazio e competenze per realizzarne. Fink ha i soldi per avviare l'operazione e anche i contatti giusti. E anche per Meloni, fresca di buone conversazioni con Elon Musk, è bene tenere acceso anche qualche altro forno americano, altrettanto straricco, per avere più sforzo di manovra, più libertà, più margini anche in vista di sviluppi politici americani diversi da quelli auspicati dal giro strettamente muskiano. E Fink – che ha partecipato anche agli incontri pugliesi a margine del G7 – su quel fronte è una garanzia. Gli investimenti servono, anche in logica draghiana ed europea (in Italia BlackRock ha partecipazioni, tra l'altro in Intesa Sanpaolo, Unicredit, Enel e Snam e Bpm).
I fantasmi sovranisti, almeno su questo fronte, sembrano essere archiviati, ma per essere all'avanguardia sui temi della tecnologia e dell'intelligenza artificiale prima o poi Meloni dovrà fare i conti con se stessa e con i deficit del suo governo. Esempio: il più importante investimento pubblico legato all'intelligenza artificiale messo in campo dall'Italia finora è quello da Cdp Venture Capital, che ha stanziato un miliardo di euro di risorse del totale di 8 miliardi previsti nel piano industriale 2024-2028 per lo sviluppo dell'IA. Otto miliardi in quattro anni. Più o meno quanto l'Italia stanzierà sulle pensioni tra il 2024 e il 2025. Come direbbe il cantante Shade: bene ma non benissimo.