Luca, Paolo e altre patate bollenti
Viva il duo comico, “diverso” a Sanremo senza la retorica del politicamente corretto arcobaleno
La giornata di ieri è stata caratterizzata da un surreale dibattito politico sull’onda dell’indignazione grillina e bipartisan, come si dice, per il titolo che Libero ha dedicato alle difficoltà che il sindaco di Roma, Virginia Raggi, sta attraversando: “Patata bollente”. Titolo in effetti talmente brutto da sembrare preso dal blog di Grillo. Il tubero per antonomasia poche ore prima era però stato al centro di un’altra polemica, più piccola, sui social network. Protagonisti Luca e Paolo, con cui noi, che amiamo le battaglie di nicchia, non possiamo che stare.
I due comici giovedì sera sul palco dell’Ariston a Sanremo hanno iniziato il loro sketch sulla paura dicendo che Carlo Conti non li voleva tra gli ospiti: “Diceva che non eravamo in linea con le scelte editoriali degli ospiti di quest’anno, ma abbiamo apprezzato il fatto che si sia ricreduto. Così dopo Ricky Martin, Tiziano Ferro e Mika… ci siamo noi due che, tutti lo sanno, siamo diversi: ci piace la patata!”.
Sui social è partita subito la prevedibile ondata di indignazioni e accuse di omofobia a Luca e Paolo, i quali hanno avuto invece il pregio di fare ciò che la comicità dovrebbe fare sempre, stemperare, prendendo in giro il pensiero mainstream che si prende troppo sul serio. Per non farci mancare niente, questa edizione del Festival è stata caratterizzata da polemiche su alcuni ospiti dichiaratamente gay che hanno indispettito alcuni militanti del Popolo della famiglia, scesi in piazza a Sanremo per protestare al grido di “Il Festival promuove l’utero in affitto”. L’effetto delle proteste è stato l’appello di Mika dal palco dell’Ariston, prima dello sketch di Luca e Paolo. Il cantante inglese ha detto davanti a milioni di persone che “se qualcuno non vuole accettare tutti i colori del mondo e pensa che un arcobaleno possa essere pericoloso, peggio per lui: lo lasciamo senza musica”, cioè proprio quello che chi protestava in piazza non voleva che succedesse, e che né Tiziano Ferro, né Ricky Martin avevano detto nella prima serata. Per fortuna ci sono Luca e Paolo, che se ne fregano della correttezza politica e ci fanno ridere e pensare al fatto che ormai in tv gli eterosessuali sono “diversi”. Come quel concorrente di “Masterchef”, che sempre giovedì sera ha confessato di non avere letto “Il Gattopardo” perché “mi piacciono altre cose”. Cosa?, gli ha chiesto un giudice. “La figa”, ha risposto candido. “Vabbe’ ma quella piace a tutti”, ha commentato candido un altro concorrente. Applausi.
Politicamente corretto e panettone