Ciaone al conflitto d'interessi
La celebrazione sul Corriere dell’“agilità” di La7 e quel che se ne deduce
Noi siamo sempre stati – la Storia ci è testimone – a favore del mercato coi suoi conflitti di interesse e degli interessi degli editori. E contrari, per principio e quasi a pelle, ai tartufi dalla schiena dritta che riconoscono come unico datore di lavoro i lettori e non il padrone che passa il mensile. Abbiamo sempre guardato con simpatia anche all’arrivo di Urbano Cairo al Corriere della Sera, se non altro perché ha mandato in soffitta l’asfittico patto di sindacato che sapete. Questo detto, a beneficio dei distratti, non possiamo non notare un cambio di rotta, dalle parti di Via Solferino. L’altro giorno, quando ancora Di Maio non aveva cambiato idea e sembrava che La7, la televisione di proprietà di Cairo, avesse fatto l’ennesimo colpaccio e portato a casa il derby tra Renzi e il “candidato premier” grillino, per farglielo giocare in casa, cioè a casa Floris, è apparsa sul Corriere, ben impaginata, un’articolessa. Che recitava, testualmente: “Ha vinto l’agilità, per sintetizzare la storia in poche parole. A determinare l’esito del ‘duello televisivo’ ovvero la gara tra Rai e La7 per ospitare il confronto Di Maio-Renzi, è stato un fattore ben preciso: cioè la rapidità con cui può agire una tv relativamente piccola (com’è bello questo ‘relativamente’, ndr) libera da qualsiasi vincolo politico e con un vertice molto agile rispetto a un massiccio servizio pubblico televisivo”, eccetera. Che la linea editoriale di Floris e della “tv relativamente piccola” non c’entrasse nulla, nella scelta di Di Maio, non sapremmo dire. Che al Corriere l’indipendenza tra aziende e testate, e il rifiuto dei conflitti d’interesse in generale, siano acqua passata, pare invece chiaro. Ma per noi, è soltanto una buona notizia.
Politicamente corretto e panettone